Politica

Recinzioni e divieti, al raduno sovranista di Salvini impossibile fare domande ai big. Borghi: “Calo consensi? Paghiamo l’appoggio a Draghi”

Le 1500 persone presenti negli Studios di Tiburtina a Roma bastano a Matteo Salvini per definire positiva la kermesse con gli alleati europei di Identità e Democrazia. E questo nonostante le assenze del capogruppo del Senato Massimiliano Romeo, del presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, che non ha mandato neppure un saluto ad un evento ‘etichettabile’ come una manifestazione di partito e che ha visto l’assenza rumorosa e pesante dei governatori della Lega. Erano presenti una parte di senatori e deputati e tutti i ministri leghisti, eppure a rispondere alle domande dei giornalisti sono stati solo cinque esponenti politici, di cui tre della Lega.
Questa l’estrema sintesi della kermesse ‘Winds of change‘. Due ore per dire no al bis di Ursula von der Leyen e a futuri accordi con il Partito Socialista europeo, in cui oltre a Salvini e Giorgetti, sono apparsi sul palco tra gli altri, Gerolf Annemans, presidente del Partito Identità e Democrazia, André Ventura, leader di Chega (Portogallo) e Marine Le Pen in formato video-messaggio. I temi di politica italiana e di politica europea, i giornalisti secondo la Lega, dovrebbero raccontarli, attraverso gli interventi dal palco.

Già all’ingresso degli studios di Tiburtina a Roma, i cronisti hanno capito cosa li aspettava. Ingresso vip per ospiti internazionali, Salvini e ministri leghisti. E un accesso per militanti e giornalisti. I due divisi da una recinzione montata per l’occasione e smantellata al termine dell’evento. Solo chi sbagliava ingresso aveva la “sventura” d’imbattersi nelle domande dei cronisti. E sono stati pochi: principalmente coloro senza auto o senza scorta. Lo staff di Matteo Salvini aveva comunicato 10 minuti prima che l’evento iniziasse, che il vicepremier non avrebbe avuto contatti con la stampa.

Sono quindi restati lontani dagli Studios i temi di più stretta attualità. Dal caso Santanchè o la norma pro-Brunetta varata nel decreto Pnrr, qai temi di politica internazionale. O ancora le questioni legate al partito, che soli cinque anni fa sfondò quota 9 milioni di voti (34,2%) e oggi vede tanti esponenti dai territori lasciare il Carroccio per altri partiti di centrodestra e con Salvini costretto a porre l’asticella del successo elettorale,per le prossime europee, alla sola “doppia cifra”. Il pannello per le interviste è rimasto inutilizzato. L’evento agli Studios si è concluso con la foto di rito.