Giustizia & Impunità

Processo telematico, la “App” non funziona: a Milano il procuratore Viola ordina il ritorno alle archiviazioni cartacee per cinque giorni

App“, il software del ministero della Giustizia per il processo penale telematico chiesto dall’Europa, non funziona. E così a Milano, almeno per cinque giorni, si torna al cartaceo. Lo ha stabilito il procuratore capo Marcello Viola in una circolare inviata venerdì a tutti gli aggiunti e i sostituti dell’ufficio, in cui “dispone la sospensione dell’utilizzo dell’applicativo App a partire dal 22/03/2024 e fino al 29/03/2024 e consente la redazione e il deposito con modalità analogiche” delle richieste di archiviazione. Dal 1° gennaio scorso, infatti, il ricorso al software è diventato obbligatorio proprio per questi atti, i più frequenti nel lavoro quotidiano di ogni pm. Le carenze tecniche già evidenti in fase di sperimentazione, però, non sono state risolte: il risultato è un rallentamento grottesco anche delle procedure di archiviazione dei fascicoli più banali, che prima si potevano smaltire in pochi secondi (qui l’approfondimento del fattoquotidiano.it).

Il problema riguarda soprattutto le montagne di procedimenti a modello 44, cioè iscritti nei confronti di ignoti, quando non è possibile individuare il responsabile, ad esempio in seguito a denunce di furto o danneggiamento in assenza di testimoni o telecamere. Prima questi fascicoli si potevano definire con un modulo standard presente sulla copertina, in cui il pm sceglieva una motivazione prestampata, aggiungeva a mano data e firma e mandava al gip. Con “App”, invece, servono almeno una decina di passaggi (se il sistema non si blocca). Per questo, si legge nella circolare di Viola, il ministero ha introdotto di recente una funzione di redazione “massiva” per le richieste di archiviazione dei fascicoli a carico dei cosiddetti “ignoti seriali”.

Ma, come attesta la relazione di un’apposita commissione tecnica che ha esaminato il funzionamento del software a Milano, “tale possibilità è di fatto, allo stato inattuata a causa di errori tecnici”. Per questo, “considerato che, ad oggi, non è possibile procedere ad una celere redazione delle richieste di archiviazione di un rilevante numero di procedimenti pendenti a mod. 44 di pronta definizione”, il procuratore ha optato per la soluzione più semplice e indolore: si torna alla carta. Con buona pace del Pnrr.