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Rocco Siffredi: “Accusarmi fa molto rumore e, visto il mio lavoro, le accuse risultano fortemente credibili. La giornalista avrà la sua gloria, io la mer** addosso”. Poi racconta la sua versione

"Mi sono molto incazzato e, certamente sbagliando, ho usato nei confronti della giornalista parole molto offensive. Parole che le ho mandato con un vocale su WhatsApp. Volgarmente le ho consigliato di fare più sesso perché le avrebbe fatto bene. L'ho richiamata subito per scusarmi. Mi ha risposto che non ci sarebbe stato nessun problema, perché mi avrebbe querelato”, le parole del pornoattore

Rocco Siffredi è stato denunciato da una giornalista per molestie sessuali. Il pornodivo, all’anagrafe Rocco Tano, secondo quanto riportato dalla donna nella denuncia, in cui la giornalista ha fornito anche le chat whatsapp, le avrebbe mandato diversi messaggi, prima con commenti insistenti, poi con presunte violenze verbali. La presunta vittima è assistita dall’avvocata Laura Sgrò e nei prossimi giorni la polizia invierà una prima informativa in procura a Roma. La vicenda, secondo quanto raccontato dalla donna nella denuncia, ha inizio verso la fine dello scorso anno quando la giornalista contatta l’attore per un’intervista sulla serie Netflix “Supersex”, che racconta proprio la vita di Siffredi. E il pornoattore ha commentato la vicenda a Il Giornale: “Accusare Rocco Siffredi fa molto rumore e, visto il mio lavoro, le accuse risultano fortemente credibili“, le sue parole. Ancora: “La mia persona è inevitabilmente associata al sesso, quindi è facile pensare che ci abbia provato o fatto avances spinte. Ma non è così. Lei ora avrà la sua gloria e io devo prendermi la merda addosso per una cosa che non ho fatto”.

Secondo quanto raccontato dalla giornalista, dopo primi messaggi definiti “colloquiali” e “gentili” la situazione sarebbe peggiorata, con Siffredi che ha contestato alcune parti dell’intervista in malo modo. Prima della pubblicazione, infatti, nasce una diatriba sui contenuti: la cronista fa leggere l’intervista a Siffredi che esprime il suo disappunto per alcuni passaggi, da eliminare. Tolte le parti contestate, su sollecitazione scrive il Corriere della Sera anche dell’editore, Siffredi prima la ringrazia, ma dopo la pubblicazione torna a contattarla e le cose precipitano. Il pornoattore, infatti, sempre secondo il racconto della vittima, le manda una serie di insulti: “Sei un’approfittatrice, per vendere i tuoi articolini gonfiati ci metti tanto del tuo…”. E poi arrivano anche una serie di allusioni alla vita sessuale della cronista. “Ho chiesto spiegazioni alla giornalista, la quale mi ha risposto che era necessario fare un titolo forte per dare risalto al pezzo – ha detto Siffredi al Giornale – A quel punto non ci sono più stato. Mi sono molto incazzato e, certamente sbagliando, ho usato nei confronti della giornalista parole molto offensive. Parole che le ho mandato con un vocale su WhatsApp. Volgarmente le ho consigliato di fare più sesso perché le avrebbe fatto bene. L’ho richiamata subito per scusarmi. Mi ha risposto che non ci sarebbe stato nessun problema, perché mi avrebbe querelato”.