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Giorgio Mastrota sul trasferimento lontano dalla ‘sua’ Milano: “Sono andato a vivere a Bormio. Le cose sono più facili, basta pensare che i miei figli tornano da scuola a piedi”

Sul cambio vita, Mastrota si è detto soddisfatto di come stanno procedendo le cose: "Qui molte cose sono più facili. Posso praticare tanto sport, dallo sci di fondo alla bici, e anche i bambini vivono più all’aperto, senza pericoli"

È un Giorgio Mastrota ‘tuttofare’ quello intervistato dal Corriere della Sera. Una vita trascorsa quasi interamente a Milano che da qualche annetto ha visto aprirsi una nuova, importante, parentesi: Bormio (Sondrio). Una decisione maturata in poco tempo e subito condivisa da moglie e figli, anche perché Milano “non è a misura di bambino. È una città che amo, ma toglie anche tanto”, ha detto. Da fuoriclasse delle televendite ad attore per poi diventare chef. Una carambola di attività che perfettamente inquadrano le sfumature e le passioni di Mastrota. “Casa Mastrota” è il nuovo programma di cucina che ha fatto esordire Giorgio, da settimana scorsa, su Food Network (canale 33).

Il menù? Tradizioni fortemente nordiche, più precisamente valtellinesi. Come non pensare quindi a pizzoccheri, risotti e polente. Tutti piatti caldi che faranno respirare profumi e tradizioni fin da casa. Sul cambio vita, Mastrota si è detto soddisfatto di come stanno procedendo le cose: “La mia famiglia è molto legata a questa terra e siamo sempre venuti qui, d’estate e d’inverno. Un giorno mi sono svegliato nella nostra casa di Bormio e mi sono detto: ‘Quasi quasi provo a dire a mia moglie Floribeth se le andrebbe di fare la pazzia di trasferirci qui’“, ha dichiarato a Tv Sorrisi e Canzoni. “C’era una strana quadratura del cerchio con i miei figli: Federico finiva il liceo, Matilde finiva l’asilo, Leonardo doveva iniziare il nido… E per il lavoro ‘Flo’ e io potevamo alternarci ad andare a Milano”, ha aggiunto.

Sull’infanzia ha raccontato: “Sono nato a Milano nel 1964 in quella che era una classica famiglia di allora: mia madre era casalinga e mio padre faceva l’assicuratore, rientrava anche a pranzo. C’era una convivialità che io ho cercato di preservare e di far vivere ai miei figli. Qui molte cose sono più facili. Posso praticare tanto sport, dallo sci di fondo alla bici, e anche i bambini vivono più all’aperto, senza pericoli – ha continuato -. Basti pensare che tornano da scuola da soli, a piedi, come facevo io negli anni Sessanta. Oggi, una cosa del genere a Milano sarebbe impensabile. A me Milano piace, è la mia città e quando ci vado mi sento a mio agio. Anche adesso la trovo accogliente, è un posto che ti dà tanto ma ti toglie anche tanto. Tutto è nato quando ho iniziato a riflettere sul valore del tempo, ad apprezzarlo sempre più”, ha concluso Mastrota, sempre al Corriere della Sera.