Cronaca Nera

Femminicidio a Napoli, l’ex vigilante “era ossessionato da una ritorsione della camorra”. Non si uccise, ma ebbe un malore

Quanto avvenuto l’8 febbraio a San Giovanni a Teduccio (Napoli) con un’ex guardia giurata che aveva ucciso la moglie e poi era stato trovato privo di vita, era stato ritenuto un caso di femminicidio-suicidio che però all’inizio non aveva portato alla comprensione del movente. Adesso dopo un mese di indagini è emerso che Pasquale Pinto, 55 anni, ha ucciso Ewa Kaminska, 48 anni, e poi era stato colto da un malore fatale.

Gli inquirenti e gli investigatori hanno ricostruito l’ossessione che l’uomo aveva sviluppato dopo la tentata rapina della pistola, di cui riteneva responsabile la camorra. Temeva, secondo la ricostruzione, che la criminalità si potesse vendicare sui figli per aver reagito sventando l’aggressione. Tre i figli della coppia.

L’eccessiva libertà che a suo avviso la moglie concedeva ai loro ragazzi, esponendoli a una presunta ritorsione, sarebbe sfociata prima in lite e poi in omicidio. L’uomo, dopo avere assassinato la consorte, esplose anche alcuni colpi di pistola dalla finestra – fortunatamente andati a vuoto – seminando il terrore nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, nella periferia est di Napoli, rapidamente blindato dalle forze dell’ordine accorse anche con un mediatore e un elicottero.

Quando la Polizia di Stato e gli inquirenti decisero di entrare in casa trovarono lei senza vita per i fendenti e i colpi di pistola inferti, e lui, riverso a terra, ma senza segni evidenti di violenza. Il ritrovamento di una bottiglina accanto al cadavere dell’uomo portò all’ipotesi che si fosse ucciso con un’overdose di medicinali sciolti nell’acqua. L’esame autoptico ha invece rivelato che a causare la morte dell’uomo è stato un attacco cardiaco.