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Tiziana Panella rivela: “Io e Vittorio Parsi saremmo dovuti partire per le vacanze. Mi porto dietro la paura per il suo malore e la notte controllo che respiri bene”

La giornalista di La7 si è raccontata in un’intima intervista sul Corriere della Sera, ripercorrendo le tappe della sua carriera e della sua vita, fino all’apprensione degli ultimi mesi per il compagno. E con la figlia ha un legame speciale: “Quando è nata ho scoperto una malattia degenerativa, mi hanno detto ‘Salutala’. Poi la mia salute è migliorata”

Il cuore che continua a battere, il dolore che fortifica, lega, unisce. La lenta guarigione: un miracolo. E la vita, prima immobile, che riparte sui binari dell’amore. Tiziana Panella e il compagno Vittorio Emanuele Parsi hanno attraversato una bufera, insieme. E insieme, ne sono usciti. Lui, celebre politologo, è stato operato d’urgenza lo scorso dicembre dopo aver accusato un malore. È rimasto in coma per giorni, l’ha superato. Lei, giornalista e conduttrice di “Tagadà”, in onda quotidianamente su La7, gli è stata vicino, con tutto l’affetto possibile. E sul Corriere della Sera, si è aperta a un’intervista intima, nella quale ha ripercorso la sua carriera, ma soprattutto gli ultimi difficili mesi: “Io e Vittorio saremmo dovuti partire, andare al caldo per le vacanze. Lui era a Cortina per la presentazione del suo libro. E mi ha chiamato che stava male. Poi il 28 mattina (a dicembre 2023, ndr) la notizia del trasporto in elisoccorso verso Treviso per l’operazione. Sono corsa e quando sono arrivata da Roma, era in sala operatoria”, racconta Panella.

Nella capitale l’apprensione, l’angoscia. Ma anche momenti di “grande amore, perché ho toccato con mano quanto ce n’era attorno a lui. Però mi porto dietro la paura devastante”. Timore riversato nelle pagine di un diario virtuale su Whatsapp: “Gli scrivevo tutte le sere. E poi stavo con le sue figlie e la sua ex moglie: prima non avevo rapporti con loro, ma la conoscenza e l’amore per lui ci hanno fatto diventare una famiglia unita. Ciascuno con il suo dolore”, spiega. Un minimo sollievo “quando mi ha stretto la mano e ho capito che mi sentiva. Ma ho respirato davvero solo quando lui è uscito dalla terapia intensiva”. Una storia, quella della coppia, sbocciata due anni fa, quando lui è stato spesso ospite della giornalista in televisione. Oggi vivono insieme e “la notte controllo che respiri bene. Lui mi ha regalato la capacità di essere felice”, dichiara Panella.

Il legame speciale con la figlia e la malattia
Durante l’intervista, la conduttrice di La7 parla anche della figlia Lucia, nata dall’amore con un collega. Una gioia immensa, che ha fatto a pugni con gli incubi di una patologia rimasta latente. Ma l’ha sconfitta. “Prima ero molto impegnata con il lavoro, poi ho cominciato a pensare alla maternità e quando è nata Lucia ho scoperto una vocazione. È certamente il viaggio più bello della vita. Con lei mi si è accesa la vita. Ma sul serio” afferma la giornalista.

Panella racconta per la prima volta ciò che aveva tenuto dentro. Giustamente, per sé. Ne parla con discrezione, attenta a toccare le corde giuste: “Quando è nata ho scoperto una malattia degenerativa. Mi hanno detto: ‘Salutala’. L’ho tenuta stretta per mano, per tre mesi, in ospedale. Devastata. Nel frattempo, la mia salute migliorava. A tutt’oggi l’evoluzione della mia malattia è considerata un miracolo. Il mio rapporto con Lucia è particolarmente speciale. Ha scelto di fare medicina. Vuole salvare vite, specializzarsi in chirurgia d’urgenza. Del resto, cos’altro poteva fare? Penso che davvero sia il suo mestiere. Salva le vite da quando è nata…”.

La televisione e i grandi maestri
Nella chiacchierata c’è spazio anche per la carriera. L’addio alla grande passione della danza perché “ero troppo alta, ma essendo testarda avevo sottoposto il mio corpo a uno stress incredibile per costringerlo ad essere compatibile. Ho dovuto scegliere e fermarmi”. Poi il fuoco, l’amore per il giornalismo, sbocciato in seconda media: “Ho avuto una prof di italiano fuori dal comune. A 12 anni mi ha portato a visitare il carcere di Caserta e questo mi ha consentito di aprire il cuore e lo sguardo sul mondo. Mi disse: ‘Andiamo a vedere cos’è la libertà’. E da allora ho capito che è sano non dare le cose per scontate”, racconta. Da lì il contratto in Rai, la conduzione di Chi l’ha visto? e ancora Il raggio verde e Sciuscià con Michele Santoro. “Per me è il Maestro. Con lui ho sperimentato una grande libertà. Ricordo quando mi ha assegnato un servizio sull’emergenza rifiuti in Campania: ‘Parti domani, e fai tu’. Un senso televisivo e giornalistico incredibili. Con lui sperimentavi la fiducia. Il messaggio era: ‘Non ti do indicazioni, mi fido’ – sottolinea –. Il giorno dopo il programma si analizzava la curva degli ascolti tutti insieme e lì non c’erano sconti per nessuno. Ti diceva in modo diretto quello che non andava, e lo diceva anche a sé stesso”. Infine l’approdo a La7, l’affezione per il proprio lavoro e per lo sforzo di squadra. E l’alchimia con i collaboratori, trasformata talvolta in amicizia: “Sono affezionata a loro, non so proprio vivere nel conflitto”.