Politica

Regionali, la destra riparte da una “tregua armata”. Patto sui candidati di Basilicata, Piemonte e Umbria: saranno gli uscenti

Primum vivere, si potrebbe dire esagerando. L’aria nel centrodestra è un po’ pesante dopo la sconfitta in Sardegna. E così ora la coalizione che è maggioranza di governo ha l’urgenza di ricompattarsi o almeno farsi vedere uniti e sorridenti a favore di telecamere. Dopo due giorni di polemiche, esplicite e meno esplicite, che hanno suscitato qualche incertezza sui prossimi appuntamenti elettorali e relativi candidati, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega hanno chiuso l’accordo per blindare i nomi già decisi per le Regionali in Basilicata, Piemonte e Umbria. Nessuna sorpresa, i nomi sono quelli già decisi nelle settimane scorse ma la maionese impazzita provocata dalla vittoria di Alessandra Todde e dal capitombolo del fedelissimo di Giorgia Meloni, Paolo Truzzu, aveva messo in azione qualche meccanismo che non si sa dove poteva portare. Insomma, a questo giro nessun cambio in corsa, verranno ricandidati gli uscenti: Vito Bardi in Basilicata, Alberto Cirio in Piemonte, Donatella Tesei in Umbria. “I presidenti di Basilicata, Piemonte ed Umbria che hanno ben governato saranno i candidati di tutto il centrodestra unito ai prossimi appuntamenti elettorali regionali”. Per la precisione si tratta di due forzisti (Bardi e Cirio) e una leghista (Tesei). “Qualcosa si è sbagliato” ma sarà uno “sprone a fare sempre meglio” ha ribadito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Tg2 Post.

Tutto risolto? Fino a un certo punto. Fonti all’agenzia Ansa parlano di “tregua armata“. Sul tavolo, secondo indiscrezioni dell’ultima ora, ci sarebbe anche l’ipotesi avanzata dalla stessa Lega di un nome alternativo a Luca Zaia per il Veneto il prossimo anno, che sgombrerebbe il tavolo almeno per ora dalla querelle del terzo mandato.

Ma intanto c’è l’Abruzzo, il 10 marzo. Prima del voto in Sardegna il centrodestra era sicuro di avere già in tasca la riconferma di Marco Marsilio, altro esponente di Fdi. Ma ora le insicurezze si moltiplicano. Il 5 marzo i tre leader dei partiti principali saranno a Pescara per un comizio tutti insieme. Lo avevano fatto anche a Cagliari per Truzzu. Resta da capire se questa volta basterà.