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Il boom della cristianità tra serie e film in uscita: da The Chosen al sequel de La Passione di Cristo, ecco cosa sta accadendo

I numeri di The Chosen oltreoceano sono importanti e hanno aperto la via ad altre produzione a tema religioso

A vederlo con la giacca leopardata e gli stivaletti col tacco più alto del mio, alla prima di The Chosen in Leicester Square, Jonathan Roumie non si direbbe il leader spirituale che sta diventando. Perfino il vistoso anello col teschio, che pure indossa come tradizionale “memento mori”, gli dà più una parvenza da rockstar maledetta che da fervente cattolico.

I fan sanno che la sua carismatica interpretazione di Gesù è una delle ragioni del successo di The Chosen (I prescelti), il dramma storico ispirato al Vangelo, di cui a Londra si è inaugurata la quarta stagione. Quello stesso carisma l’ha portato a interpretare Lonnie Frisbee, il predicatore hippy che negli anni Settanta trascinò centinaia di migliaia di giovani americani nel Jesus Movement. Uscito nel 2023, Jesus Revolution ha vinto un Premio Dove come Film più ispirato dell’anno e ha superato ogni aspettativa generando per la Lionsgate i ricavi più alti degli ultimi quattro anni.

I numeri di The Chosen oltreoceano sono importanti e hanno aperto la via ad altre produzione a tema religioso. L’esempio più eclatante è Sound of Freedom – Il canto della libertà, che racconta la storia vera dell’agente mormone Tim Ballard e della sua lotta contro la tratta sessuale dei bambini. Prodotto col crowdfunding dagli stessi Angel Studios che avevano distribuito le prime tre stagioni di The Chosen, Sound of Freedom è uscito in Italia lo scorso luglio, battendo Indiana Jones 5 nel giorno di apertura e assestandosi secondo dietro a Mission: Impossible 7. Con Jim Caviezel e Mira Sorvino nel cast, questo commovente thriller ha ricevuto l’endorsement di Elon Musk e Trump, sollevando interesse per le sue connessioni con QAnon. Gli incassi? 250 milioni di dollari contro i 5 raccolti.

Non stupisce, quindi, che la Lionsgate abbia acquistato i diritti di distribuzione di The Chosen, o che sia stata creata la fondazione Come and See per tradurre la serie in 600 lingue. “In Italia, finora hanno donato 510 persone, grazie alle quali abbiamo doppiato le prime tre stagioni,” dice Giovanni Zappalà, partner per il marketing nella penisola. “E’ grazie a questa generosità che dall’anno scorso la serie è disponibile in italiano gratuitamente sull’app e il sito, oltre che su Netflix. E che attualmente si tengono i watch party della terza stagione su YouTube, ogni domenica fino a febbraio. Ma con costi di doppiaggio che si aggirano intorno ai 100mila euro a stagione, ci auguriamo le donazioni continuino per poter doppiare anche la quarta.”

Il boom della cristianità non accenna a sgonfiarsi: se The Chosen era stato il progetto media più grosso della storia del crowdfunding con 10,3 milioni di dollari, il cartone animato di prossima uscita David ne ha raccolti 49,7. La Lionsgate ha annunciato che lavorerà a due film a sfondo religioso ogni anno, mentre MGM, 21st Century Fox e Sony Pictures hanno lanciato dei nuovi studio dedicati alle storie di fede. Trentacinque anni dopo L’ultima tentazione di Cristo, Martin Scorsese sta progettando un nuovo film su Gesù, e così Terrence Malick. Anche Netflix ha detto di voler portare più religione sullo schermo. E a dicembre sono stati raccolti 75 milioni di dollari per fondare una nuova casa di produzione cristiana, di cui sarà consulente pure Dallas Jenkins, il regista di The Chosen.

In tutto questo fervore, poteva mancare Mel Gibson? Ovviamente no. Il seguito de La Passione di Cristo è previsto per febbraio 2025, con Caveziel ancora una volta nel ruolo di Gesù e una sceneggiatura che promette di essere incendiaria. La Passione era riuscita a conciliare la precisione biblica protestante con le visioni cattoliche, ma al prezzo di sollevare pesanti accuse di antisemitismo. E ora due organizzazioni americane, ebraica e cattolica, hanno definito il sequel “uno dei testi più problematici, relativi al potenziale antisemita, che si sia visto negli ultimi 25 anni”. In un periodo in cui opporsi a un genocidio basta per essere tacciati di antisemitismo, questa volta rischia di esserci qualcosa di vero.

Per ora, l’ultima uscita, almeno su Amazon Prime USA, è il documentario Jonathan & Jesus, che esplora l’impatto della figura del Cristo sui media, sui fan di The Chosen e su Jonathan Roumie stesso con la partecipazione di Papa Francesco, Alice Cooper e altri nomi noti tra i protestanti, come Nicky Gumbel, Bob Goff e Danielle Strickland. “Incontro persone che mi dicono che, quando pregano Gesù, vedono i miei occhi”, racconta Roumie nel documentario. Su Instagram, i fan italiani fanno notare la somiglianza con il Mystery Man della Sindone in 3D; la sua pagina ha recentemente raggiunto il milione di follower e da anni esiste una fan page ufficiale gestita da Ornella Fava, italiana negli Stati Uniti. I brand seguono a ruota, scegliendolo per promuovere i rosari Ghirelli o l’app di meditazione cattolica Hallow, che grazie al successo raggiunto con lui ora coinvolge altre celebrità, come Liam Neeson. Insomma, Jonathan è sempre più il volto, anzi, gli occhi, su cui numeri crescenti di persone basano la loro prima impressione di Gesù.