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Pandoro-gate, Chiara Ferragni fa ricorso contro l’Antitrust: “Donati 50 mila euro all’ospedale di Torino, il 25% del ricavato delle vendite”

Il testo, anticipato da Il Messaggero, rivela la determinazione di Ferragni nel fare annullare la sanzione, che ammonta a oltre un milione di euro, accusando l'Antitrust di averla ingiustamente accusata di presunta pubblicità ingannevole

Non si spengono i riflettori sul “Pandoro-gate”. Dopo l’annuncio del ricorso di Balocco contro il provvedimento dell’Agcm, adesso arriva anche la controffensiva legale di Chiara Ferragni, influencer di fama internazionale e moglie del rapper Fedez. I suoi avvocati hanno depositato nelle scorse ore un ricorso presso il Tar del Lazio contro la multa inflitta dall’Antitrust per la controversa campagna di beneficenza associata ai pandori della Balocco.

Il testo, anticipato da Il Messaggero, rivela la determinazione di Ferragni nel fare annullare la sanzione, che ammonta a oltre un milione di euro, accusando l’Antitrust di averla ingiustamente accusata di presunta pubblicità ingannevole. Al centro della disputa, la donazione di 50mila euro da parte della Balocco all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, pubblicizzata sui pandori venduti in collaborazione con Ferragni nella stagione invernale 2022-2023.

Nelle 34 pagine di ricorso al Tar Ferragni contesta le due multe arrivate alle due società Tbs Crew e Fenice Srl – rispettivamente di 675mila e 400mila euro, definendole una misura “del tutto sproporzionata rispetto alla gravità e alla durata della condotta”. “In nessun caso è stato rappresentato che l’acquirente avrebbe partecipato alla donazione con il suo acquisto e che la differenza di prezzo tra l’edizione limitata del pandoro “Pink Christmas” e il pandoro tradizionale Balocco sarebbe stata destinata a tale iniziativa benefica”, si legge nel ricorso.

Non solo. Secondo quanto sostiene il team legale dell’influencer, era scritto nel contratto che la donazione spettasse all’azienda Balocco: “Il suo importo è stato anche consistente, 50.000 euro a fronte di ricavi che si stimano pari ad euro 234.000, ossia il 25% del ricavato“, dato che le vendite dei Pandori griffati “non hanno raggiunto i risultati sperati” e “nel complesso, al termine della commercializzazione, le vendite non hanno riportato un esito soddisfacente. Balocco ha comunicato a Fenice che solo 286.422 prodotti hanno raggiunto il consumatore finale, rispetto a 356.782 prodotti distribuiti ai rivenditori”. Quindi chiosano: “144mila euro di giacenze di magazzino (sono state) distrutte”.

E ancora: “In nessun caso è stato rappresentato che l’acquirente avrebbe partecipato alla donazione con il suo acquisto e che la differenza di prezzo tra l’edizione limitata del pandoro “Pink Christmas” e il pandoro tradizionale Balocco sarebbe stata destinata a tale iniziativa benefica”, si legge nell’atto come riferisce Il Messaggero. Quindi, nonostante le critiche e le polemiche, Ferragni difende l’iniziativa benefica, sottolineando il contributo alla visibilità dell’ospedale torinese grazie alla sua immagine e alla promozione sui suoi canali social: “una visibilità gratuitamente apportata”, viene definita dai legali, secondo cui “la ripetuta menzione dell’ospedale nei post e nelle stories” pubblicate sul suo canale Instagram ha “procurato all’ospedale” una “indubbia visibilità”.