Cronaca

Giubbotti antiproiettili e allenamento militare per i bambini: polemica sulla cerimonia dell’Alzabandiera a Gioia del Colle

Che i bambini giochino alla guerra non è una novità. Desta però stupore che siano la scuola e le istituzioni a spingerli verso carabine e cerimoniali militareschi. È quanto accaduto a Gioia del Colle, nel Barese, dove in occasione della cerimonia dell’Alzabandiera del 10 gennaio 2024 sono state invitate scolaresche, spinte poi a mettersi alla prova negli esercizi di allenamento dell’esercito. E omaggiate di volantini su come si diventi soldati. Per la prova, ai piccoli studenti – che per superarla hanno fatto flessioni con un istruttore, sono saliti su mezzi militari e hanno indossato un giubbotto antiproiettile – è stato infine consegnato un attestato.

L’evento era organizzato dal Reggimento Logistico Pinerolo dell’Esercito per il 227° anniversario della bandiera italiana, e l’invito ai presidi è arrivato proprio dall’amministrazione comunale, presieduta dal sindaco di destra Giovanni Mastrangelo, omonimo nipote del deputato di Alleanza Nazionale, già finito agli onori della cronaca per posizioni a dire il vero inusuali per la coalizione conservatrice che l’ha eletto (che riunisce, oltre ad alcune liste civiche, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia). Sulla Repubblica, infatti, Mastrangelo aveva raccontato di sostenere tutti i diritti Lgbtqia+.

Sull’episodio del 10 gennaio è intervenuta Elisabetta Piccolotti, deputata Avs, che depositerà un’interrogazione ai ministri dell’Istruzione e della Difesa, Giuseppe Valditara e Guido Crosetto. Piccolotti intende chiedere se “queste pratiche siano appoggiate dal Governo“. “Pensavamo che il tempo delle marce a scuola e dell’inquadramento militare di bambini e bambine fosse una triste pratica da consegnare ai libri di storia, testimonianza di un passato oscuro e da dimenticare. E invece capita in Puglia, a Gioia del Colle, che l’esercito italiano organizzi prove di ‘military fitness‘ per bambini delle elementari, con tanto di alzabandiera, con sindaco e preside in piazza.”

“Una specie di campagna di arruolamento – continua Piccolotti – in cui vengono distribuiti opuscoli su come si diventa soldati. E pare che non sia un caso isolato. Davvero viene considerato normale che i bambini e le bambine imparino a giocare alla guerra? Davvero vogliamo che prendano confidenza con strumenti di morte?”. “La scuola – evidenzia – dovrebbe essere un luogo in cui si educa alla pace e alla risoluzione pacifica dei conflitti. Trovo vergognoso far salire bambini su mezzi militari e far indossare loro giubbotti antiproiettile”. “Già un anno fa, in una conferenza stampa dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole – conclude – avevamo chiesto di fermare questi progetti: perché il Governo non è ancora intervenuto?”.

L’episodio fa il paio con la polemica che nel 2022 aveva colpito Pisa. Il Comune della città dalla torre pendente – nella figura del sindaco Michele Conti, ex MSI, poi AN e infine Lega – aveva deciso di concedere la palestra di una scuola primaria e secondaria di I grado – al secolo “elementari” e “medie” – per una lezione di prova di ginnastica dinamica militare, provocando le reazioni di protesta e l’opposizione dell’Istituto scolastico e dei Cobas Scuola locali. E anche un’interrogazione a Palazzo Vecchio. Ai tempi gli insegnanti erano intervenuti in modo esplicito: “È quanto più lontano dai valori scolastici della scuola italiana e da quanto noi stessi docenti mettiamo quotidianamente nel nostro lavoro in classe”, avevano denunciato. Una denuncia che sembra ancora urgente.

Foto d’archivio