Mondo

Ron DeSantis si ritira dalle primarie repubblicane e annuncia l’appoggio a Trump: ora il tycoon vede la vittoria

Sono bastati i caucus in Iowa per far crollare le speranze di chi puntava a un’alternativa conservatrice ma diversa da Donald Trump come candidato repubblicano alle prossime Presidenziali americane. Il risultato del voto non ha solo confermato il netto vantaggio del tycoon sui suoi compagni di partito, ma gli ha probabilmente spianato la strada verso il nuovo testa a testa con Joe Biden per la Casa Bianca. Ron DeSantis, uno dei tre candidati insieme alla più moderata Nikky Haley e, appunto, l’ex presidente, ha infatti annunciato il suo ritiro dalle primarie repubblicane direzionando il proprio sostegno a Trump e andando così ad aumentare la distanza tra i consensi del tycoon e quelli della sua ormai unica rivale.

Così, le prossime primarie in New Hampshire che si terranno martedì saranno ancora più in salita per l’ex ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, dato che altri due candidati, Vivek Ramaswamy e Tim Scott, hanno annunciato il proprio ritiro sempre in favore dell’ex presidente. “Non vedo una strada per la vittoria”, ha spiegato DeSantis annunciando il suo ritiro. E ha aggiunto che Trump “è superiore a Biden. Ha il mio sostegno perché non possiamo tornare alla vecchia guardia repubblicana”.

“Sono molto onorato” dell’endorsement di DeSantis, ha detto l’ex presidente a Fox. Mentre anche Haley gli concede l’onore delle armi: “È un buon governatore, ha fatto una buona campagna elettorale. Ora è una corsa a due”. DeSantis avrebbe iniziato a valutare una sua uscita dopo i caucus dell’Iowa ma la sicurezza è arrivata solo di recente, anche in seguito alle pressioni di alcuni finanziatori per fare un passo indietro e guardare al 2028.

Quanto questo nuovo cambio di equilibri cambierà i rapporti di forza tra i due concorrenti repubblicani lo si vedrà già martedì. Gli ultimi sondaggi danno ancora Trump in ampio vantaggio rispetto a Haley, il 50% dei consensi contro il 39%. “Haley è ineleggibile, con lei i Democratici vincerebbero”, ha attaccato l’ex presidente nel suo ultimo comizio nello Stato invocando lo spettro di legami tra l’ex ambasciatrice Onu e Dem. “Sta usando i soldi degli estremisti di sinistra per portare avanti i suoi programmi radicali”, ha avvertito Trump senza fornire nessuna prova di tutto questo ma semplicemente insinuando in una parte dell’elettorato repubblicano il dubbio che Haley sia l’ennesima rappresentante dell’establishment di Washington e Wall Street, quello contro il quale nel 2016 il tycoon decise di scendere in campo. D’altra parte il successo a valanga in Iowa, sostengono gli analisti, è dovuto principalmente al fatto che, al netto del patrimonio personale e della valanga d’inchieste nelle quali è coinvolto, la maggior parte dei sostenitori del Grand Old Party continua a percepire l’ex presidente come “uno di loro”.

L’ex governatrice 52enne si difende puntando su uno degli argomenti più convincenti che ha a disposizione, l’età avanzata del suo rivale. “Ha detto che Joe Biden ci stava portando verso la seconda guerra mondiale, forse intendeva la terza. Ha detto di aver corso contro Barack Obama, ma non lo ha mai fatto. A 80 anni la salute mentale continuerà a calare. È la natura umana”, ha attaccato Haley dopo averlo deriso per averla confusa con l’ex speaker della Camera, Nancy Pelosi. L’ex ambasciatrice punta sul voto degli indipendenti – 4 su 10 nello Stato si dichiarano tali – ma secondo alcuni esperti ha compiuto l’errore strategico di non partecipare ai dibattiti sulle tv locali che l’avrebbero portata nei salotti di migliaia di indecisi. Haley ha comunque incassato il sostegno dell’importante quotidiano locale New Hampshire Union Leader: “Lo Stato è pronto per un cambiamento. L’America è pronta per un cambiamento. Il mondo è pronto per un cambiamento. Vogliamo un’opzione migliore rispetto a quella degli ultimi otto anni e Nikki Haley è questa opzione”, si legge nell’editoriale del quotidiano. “Il New Hampshire può dimostrare che agli elettori indipendenti del Granite State non si può dire che le elezioni sono già cosa fatta. Il New Hampshire può dimostrare che nulla è inevitabile“.