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Olimpiadi Milano-Cortina 2026, il Cio stronca anche il ‘progetto light’ della pista da bob voluto da Salvini: “Bastano le strutture esistenti”

Fare una nuova pista da bob per le Olimpiadi 2026 a Cortina non è essenziale. Per soddisfare i bisogni degli atleti bastano le strutture esistenti e non si può autorizzare un nuovo impianto senza un piano che ne dimostri non solo la sostenibilità, ma anche l’eredità positiva che verrebbe lasciata a un territorio. Altrimenti finisce come a Cesana Pariol, dove la pista è stata chiusa sei anni dopo i Giochi Torino 2006 perché troppo costosa. Il Comitato Olimpico Internazionale, con una lettera formalmente rispettosa, ma severa nei toni, interviene nella vicenda riguardante il tentativo di realizzare la pista di Cortina con un nuovo progetto presentato in extremis dal ministro delle infrastrutture Matteo Salvini. Lo fa rispondendo a una lettera che gli è stata inviata qualche giorno fa da Francesco Silvestri, capogruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle, e Luana Zanella, capogruppo di Verdi e Sinistra Unita. Il documento adombrava anche la possibilità di commissariare il comitato italiano che sta organizzando le Olimpiadi e per questo il Partito Democratico aveva declinato l’invito di firmarlo arrivato da AVS e M5S.

Il Cio ribadisce concetti espressi già in passato, che assumono maggior valore ora che è stata nuovamente bandita la gara da 81,6 milioni di euro per la pista di Cortina (il cui costo complessivo è in realtà di 124 milioni di euro). La scadenza del bando è il 18 gennaio, poi verranno aperte le buste, ammesso che qualche azienda presenti le offerte, a differenza di quanto avvenuto per due volte la scorsa estate, quando le gare sono andate deserte. Il Cio non dice se accoglierà l’eventuale proposta italiana che richiede deroghe relative ai tempi di collaudo rispetto a quanto impongono le procedure delle federazioni internazionali. La risposta dimostra però quanto sia in salita il percorso della pista di Cortina, ancora sulla carta, nonostante che dall’assegnazione delle Olimpiadi all’Italia siano ormai trascorsi quattro anni e ne manchino appena due per l’inizio dei Giochi.

“Come già è stato evidenziato, il Comitato Olimpico Internazionale mantiene una posizione chiara in merito alla materia dello Sliding Center sottolineando che la costruzione o ricostruzione di una nuova venue non è ritenuta essenziale per le gare di bob, slittino e skeleton di Milano Cortina 2026”. Così scrive Kristin Kloster, capo della commissione che si occupa dei Giochi italiani. E ancora: “È cruciale ripetere che la potenziale realizzazione di uno Sliding Center, oltre agli altri lavori infrastrutturali, riguarda investimenti pubblici che ricadono al di fuori delle competenze del comitato organizzatore, Fondazione Milano Cortina 2026”. La frase del Cio segna una linea di demarcazione tra Fondazione, che deve organizzare i Giochi invernali, e il governo italiano, che attraverso Infrastrutture Milano Cortina 2026 (Simico) deve mettere a disposizione gli impianti.

“In linea con le raccomandazioni dell’Agenda Olimpica 2020 – continua la lettera – il Cio è stato inequivocabile nel sostenere che nessun impianto permanente dovrebbe essere costruito senza un chiaro e visibile piano di legacy (eredità, ndr). Questa posizione, già espressa in un rapporto del 2019, e reiterata durante le recenti discussioni riguardanti lo Sliding Center di Cortina, riguarda anche Cesana. La mancanza di opportunità di lascito ha portato all’abbandono dell’impianto costruito per Torino 2006 solo 6 anni più tardi”. Il Cio esclude quindi Cesana e taglia la strada a nuovi impianti: “Il Cio crede fermamente che il numero esistente di impianti sia sufficiente per l’attuale numero di atleti e competizioni di bob, slittino e skeleton”. I signori delle Olimpiadi non cambiano opinione rispetto a quanto hanno espresso durante la sessione di lavori a Mumbai qualche mese fa, quando Giovanni Malagò, presidente del Coni, annunciò che l’ipotesi di una nuova pista a Cortina era abbandonata dal governo italiano e che si sarebbe andati all’estero. “Solo gli impianti esistenti e già operanti – scrive il Cio – possono essere considerati, a causa dello scarso tempo che rimane per i Giochi 2026”. Rimanda comunque a una decisione entro fine gennaio che considererà anche “le opzioni internazionali” e ribadisce che “il principio di sostenibilità e di legacy” deve estendersi a tutte le proposte di Milano Cortina 2026.