Attualità

Basta con il ‘gioco al massacro su Chiara Ferragni’: parlano gli avvocati dell’imprenditrice digitale

Per la prima volta ad esporsi, pur mantenendo il profilo basso di rito in queste circostanze, sono gli avvocati ingaggiati dalla Ferragni, quelli dello studio legale Bana di Milano, che a La Presse hanno spiegato di essere pronti a collaborare con qualunque Procura d'Italia

Basta con il “gioco al massacro su Chiara Ferragni”. A chiederlo sono i legali della super influencer, che dopo un Natale da dimenticare, studia le strategie per uscire dal “pandoro gate”. E per la prima volta ad esporsi, pur mantenendo il profilo basso di rito in queste circostanze, sono gli avvocati ingaggiati dalla Ferragni, quelli dello studio legale Bana di Milano, che a La Presse hanno spiegato di essere pronti a collaborare con qualunque Procura d’Italia, in attesa di fare chiarezza su chi siano i magistrati con cui interloquire e competenti a indagare. Per ora, e almeno fino a dopo l’Epifania, gli avvocati non parleranno pubblicamente ma lasciano filtrare alcune certezze: a cominciare da un punto centrale, ossia l’esclusione dell’esistenza di reati sul caso del “Pandoro Pink Christmas” di Balocco e la mancata beneficenza all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino. Dunque, è immaginabile pensare che stiano delineando la strategia difensiva per il ricorso contro la decisione dell’Antitrust, che ha multato due società della Ferragni per oltre un milione di euro.

Al centro della sentenza, secondo l’Autorità, è stato fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro “griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50 mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima mentre le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre un milione di euro. Se da una parte stigmatizzano il “gioco al massacro” sulla propria assistita, dall’altra gli avvocati dello studio legale Bana si dicono pronti a collaborare con i PM, in attesa di capire quali siano i magistrati competenti.

In questo momento, infatti, c’è un fascicolo aperto dalla Procura di Milano – che si è allargato anche ad un’altra iniziativa benefica, quella delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi, un “caso” sollevato da Il Fatto Quotidiano -, ma al momento non c’è alcuna ipotesi di reato, né la truffa né la frode in commercio, e non ci sono persone o società iscritte sul registro degli indagati. Ma Milano è stata la sola procura a muoversi visto che Codacons e Assourt (l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi), secondo quanto scrive Repubblica, avrebbero depositato un esposto per truffa aggravata in 104 Procure d’Italia, tra cui Prato e Fossano (dove ha sede la Balocco). Per questo a breve verrà individuata la competenza sulle indagini che verranno riunite in un unico fascicolo ed è probabile che ricada su Milano, perché la cui procura è stata la prima ad aprire indagini e perché lì hanno sede le società Fenice srl e TBS Crew srl che gestiscono i marchi e i diritti della Ferragni.