Giustizia & Impunità

Fondi sottratti al Comune, assolto l’ex sindaco di Palizzi. Otto anni e mezzo al suo vice: “98mila euro per giocare al videopoker”

Ex sindaco assolto ed ex vicesindaco condannato. Si è concluso in primo grado davanti al Tribunale di Locri il processo “Affare Comune” nato dall’indagine che nel 2018 portò agli arresti domiciliari Walter Scerbo, ex sindaco di Palizzi (Reggio Calabria) e l’allora suo vice, l’ex assessore al Bilancio Davide Bruno Plutino. Per Scerbo sono cadute tutte le accuse di peculato, falso, abuso d’ufficio e truffa ai danni dello Stato. Plutino invece ha rimediato una pena più pesante: otto anni e sei mesi di carcere perché, secondo quanto ricostruito dai carabinieri guidati dalla Procura di Locri, aveva sottratto dalle casse comunali 98mila euro utilizzati per giocare al videopoker. Complessivamente il processo si è chiuso con nove condanne e otto assoluzioni.

Iniziata nel 2016 con l’avviso di garanzia a Plutino, l’indagine si era allargata anche al primo cittadino Scerbo, che aveva preso le distanze dal comportamento del suo vice, sostenendo di aver notato una scarsa linearità sulla gestione contabile del Comune e chiedendo una verifica ai revisori dei conti. Questo non aveva impedito alla Procura di Locri di iscriverlo nel registro degli indagati e di chiedere per lui anche la misura cautelare degli arresti domiciliari, concessa dal gip. Venerdì sera, però, il Tribunale di Locri che lo ha assolto da tutti i capi di imputazione. Condannato a quattro anni di carcere, invece, l’ex consigliere di maggioranza Antonino Proietto. Di quattro anni e un mese la pena inflitta a Luigi Palumbo, il titolare di una tabaccheria per il quale cinque anni fa il gip aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Per l’accusa, le casse comunali erano diventate una sorta di bancomat da cui erano scomparsi circa 340mila euro grazie ai famosi “voucher lavoro”. Secondo gli inquirenti, tra l’altro, era emerso un indebito utilizzo delle cosiddette “Inps card”, intestate a dipendenti occasionali del Comune, e la sottrazione e distrazione di fondi dell’Unione europea destinati al progetto “Life Caretta” nel quale rientrava la costituzione di un centro attivo nel soccorso e recupero delle tartarughe marine ferite. L’inchiesta aveva riguardato anche un progetto per l’integrazione dei migranti, che stando agli accertamenti fatti all’epoca dai carabinieri, non è mai partito.