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Caso pandoro-Ferragni, la Procura di Milano apre un’indagine

Il capo della procura di Milano dovrà dunque valutare se aprire o meno un fascicolo e di che tipo

Il “pandoro gate” è tutt’altro che chiuso. Anzi, dopo l’Antitrust, ora la Procura di Milano ha aperto un fascicolo sulla vicenda, al momento senza ipotesi di reato né indagati. Sul tavolo del procuratore Marcello Viola è infatti arrivato un esposto presentato dal Codacons e da Assourt, l’associazione utenti dei servizi radiotelevisivi, che ipotizza il reato di truffa. Ma non è l’unica tegola che pende sul capo dell’influencer super star: dopo il caso del pandoro benefico realizzato con Balocco, l’attenzione si sposta ora su un altro progetto benefico, relativo alle uova di Pasqua realizzate con Dolci Preziosi. Dopo il nuovo articolo di Selvaggia Lucarelli, il Codacons ha annuncia ora un nuovo esposto all’Autorità per la concorrenza, in cui si chiede di aprire un’istruttoria per pubblicità ingannevole e pratica commerciale scorretta.

Il “pandoro gate” di Chiara Ferragni finisce in procura

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo a modello 45, senza ipotesi di reato né indagati: gli accertamenti nel fascicolo esplorativo saranno affidati, da quanto si è saputo, alla Gdf di Milano. Al momento, riguarderanno i contenuti dell’esposto per truffa nei confronti “di una pluralità di individui”, ossia i consumatori, come hanno scritto le associazioni. Non è escluso, però, che poi si possano allargare anche alla vicenda simile della pubblicità delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi.

Il Codacons aveva depositato l’esposto in 104 Procure e quella di Milano è stata la prima ad aprire un fascicolo, a quanto risulta. Poi, ad ogni modo, potrebbe porsi, più avanti nelle indagini, una questione di competenza territoriale. Mentre Ferragni risiede a Milano, la sede della Balocco è in provincia di Cuneo. La modalità di presentazione della campagna per la vendita del pandoro, si legge nell’esposizione, “è risultata ingannevole ed aggressiva, in spregio ai consumatori, i quali sarebbero stati sensibilmente influenzati nella loro capacità decisionale, soprattutto alla luce della destinazione dei ricavati ai bambini gravemente malati”.

Il caso delle uova benefiche

Ieri il Codacons ha poi presentato un altro esposto, questa volta relativo alle uova sponsorizzate dall’influencer nel 2021 e 2022 per Dolci Preziosi. A lanciare il caso è stata Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano. Sia sulla confezione delle uova che nella campagna di comunicazione, era pubblicizzato il sostegno al progetto benefico I Bambini delle Fate, un’associazione che si occupa di progetti di inclusione per bambini con autismo. L’influencer – come confermato al quotidiano dal proprietario di Dolci Preziosi, Franco Cannillo – avrebbe ricevuto un cachet di 1,2 milioni (500mila euro nel 2021 e 700mila circa nel 2022) per aver ceduto la sua immagine. La donazione all’associazione, effettuata solo dall’azienda, sarebbe stata di 36mila euro in due anni. Anche in questo caso, dunque, qualcosa non tornerebbe e la Lucarelli ha poi rivelato come “dopo alcune telefonate per approfondire il tema uova avvenute ieri, i vecchi post di promozione delle uova pasquali sulla pagina Instagram di Ferragni sono velocemente spariti”.