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La giunta si aumentò le indennità mentre il Comune finiva in dissesto. Il sindaco leghista: “Restituiremo tutto”. Ma solo tramite un fondo

Il Comune era sull’orlo del dissesto, ciò nonostante sindaco e giunta si erano aumentati l’indennità. Adesso l’amministrazione è definitivamente in dissesto e l’amministrazione ha restituito alle casse comunali una parte di quell’aumento. Una parte ma non tutto: “Ma abbiamo istituito un fondo di solidarietà”, si difende il sindaco. Succede a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), il cui Comune è guidato da Giuseppe Calabrò passato da Forza Italia alla Lega poche settimane prima della dichiarazione di default.

L’aumento per sindaco e giunta era stato deliberato il 23 dicembre del 2022, alla vigilia delle feste natalizie, sebbene non ci fossero fondi per gli addobbi, il primo cittadino e la sua giunta avevano previsto con la delibera di giunta n. 787 una maggiorazione: “Le nostre sono indennità molto basse, io prendo 1820 euro al mese, gli assessori 1200 lordi, ma avendo un proprio reddito prendono una media di 500 euro netti”, sottolinea Calabrò. L’innalzamento dell’indennità era previsto in tutta Italia da una finanziaria nazionale. Previsto ma non automatico: “Si trattava di un aumento nei casi di Comuni virtuosi, va da sé – sottolinea Tommaso Pino, ex assessore e consigliere comunale per Forza Italia, ora all’opposizione – e non era un aumento obbligatorio, tanto che la Sicilia nel recepire la legge, inserisce un comma in cui scrive che “gli enti locali possono applicare con oneri a loro carico”: dunque “possono”, non “devono”, e ad onere del Comune”. L’innalzamento deliberato dalla giunta Calabrò prevedeva un aumento progressivo negli anni, del 40 per cento nel 2022 (andava anche a ritroso), del 60 nel 2023 e del 100 per cento nel 2024. Per questo, nel frattempo, la delibera è diventata il pomo della discordia tra il sindaco e il suo partito, Forza Italia, fino alla rottura e al passaggio al partito di Salvini del primo cittadino, di due assessori (Salvatore Coppolino e Roberto Molino) e di due consiglieri, Tindaro Grasso e Pippo Scarpaci. A salutare l’ingresso nel Carroccio, a fine ottobre, era presente anche il vicepresidente della Regione, Luca Sammartino, assieme alla senatrice Valeria Sudano e al deputato Nino Germanà. Solo un mese dopo la foto che immortalava l’ingresso nella Lega, il consiglio comunale ha dichiarato il dissesto: “Credo sia l’unico caso in cui una parte politica viene estromessa dalla maggioranza solo perché contraria all’aumento e solo perché il Comune era sull’orlo di un crollo finanziario poi infatti accertato” rincara Pino.

Nessuno di noi pensa alle indennità ma a fare tornare la città alla normalità – ribatte il sindaco Calabrò – Per questo abbiamo restituito l’aumento, anche di quella parte a carico della Regione (30 per cento)”. Ma ancora Pino replica: “Hanno restituito soltanto da febbraio in poi, mentre da luglio a dicembre del 2022 nulla”, annota Pino. A questo proposito nella delibera 178 del 26 luglio “si propone” di “prendere atto delle rinunce dal mese di gennaio 2023”. Si difende il sindaco: “Restituiremo tutto con un fondo di solidarietà”. E lancia una stoccata agli avversari politici: “Invitiamo ad aderire al fondo i componenti delle giunte che si sono avvicendati dal 2018, data di approvazione del Piano di riequilibrio pluriennale, ad oggi. Chi vorrà potrà alimentare volontariamente il Fondo donando la differenza tra le indennità percepite da amministratori e quelle stabilite da determina dirigenziale nel 2020 come conseguenza diretta di una situazione di pre-dissesto del Comune che ha comportato una pesante riduzione della capacità di spesa i cui effetti negativi gravano sulla spesa sociale e sulle fasce meno abbienti”.

Aumenti, restituzioni, parziali o no, e tensione politica alle stelle tra ex alleati. Tutto mentre la città del Longano, dal nome del fiume che la attraversa, va in rosso. “La dichiarazione di dissesto certifica il fallimento delle amministrazioni di centrodestra che hanno governato Barcellona per 20 anni”, interviene anche Raffaella Campo, consigliera di opposizione, ex assessora nella giunta che fu di Maria Teresa Collica, di centrosinistra. E continua: “Le dichiarazioni del sindaco in aula ci hanno lasciato basiti: invece di spiegare la ratio del dissesto, ha preferito accusare pubblicamente i suoi ex alleati ammettendo di essere stato ostacolato e ‘costretto’ a continui cambi assessoriali. Abbiamo chiesto le dimissioni, perché dopo 20 anni di centrodestra, solo una nuova classe dirigente potrà offrire alla città una reale speranza di ripresa”.

Riceviamo e pubblichiamo

Con riferimento all’articolo si chiede pubblicazione di rettifica come da art.8 della legge 47/’48.
1. Le indennità percepite dall’attuale amministrazione sono esattamente la metà di quelle percepite dalle precedenti amministrazioni ( Materia, Collica)
2. L’adeguamento delle indennità, previsto dalla legge, era stato condiviso con gli assessori di Forza Italia e proposto in bilancio dall’assessore al ramo sempre di Forza Italia.
3. Nel momento in cui la Regione Siciliana ha stabilito che l’adeguamento delle indennità pesava per più del 50% sui bilanci dei comuni, abbiamo rinunciato, con effetto retroattivo, a ogni aumento/adeguamento, restituendo anche le mensilità 2023 già percepite.
4. Per quanto riguarda la parte afferente al 2022, poche mensilità che incidono complessivamente per circa € 500 ad amministratore, non possono più essere restituibili al Comune perché già riportati nelle dichiarazioni dei singoli, ma ci siamo impegnati a utilizzare quell’importo ( ribadiamo: 500 euro a persona per complessivi € 4000 di tutta la giunta) per finalità sociali. Ed è quanto stiamo già facendo.
5. Riassumendo: la legge ha adeguato le indennità, noi abbiamo rinunciato. Percepiamo le indennità più basse di sempre ma veniamo accusati da chi percepiva il doppio di noi.
6. Non risulta al vero che Forza Italia è stata estromessa dalla giunta perché contraria all’aumento delle indennità. E’ vero semmai che è stato l’assessore di Forza Italia a proporlo.
Si allegano i numeri per chiarezza e per ribadire l’evidenza dei fatti.

Prendiamo atto di quanto dichiara il sindaco di Barcellona, pur confermando il contenuto dell’articolo.

Teniamo peraltro a precisare che su espresse domande inoltrate tramite whatsapp, con messaggi scritti e quindi documentabili, il sindaco non ha mai detto che la parte di aumento riferibile al 2022 non potesse essere più restituita, ma si è limitato a parlare di “restituzione tramite compensazione” e del fondo di solidarietà senza mai farne menzione.

Per quel che riguarda Forza Italia, invece, si ricorda che fu proprio questo partito a firmare una mozione contro l’aumento di indennità nel gennaio del 2023 e che in un comunicato stampa parla di “epurazione”: “Calabrò, come da lui stesso orgogliosamente rivendicato, ha di fatto epurato il partito che fortemente lo volle come candidato alle elezioni comunali” (comunicato stampa di Forza Italia sezione Barcellona Pozzo di Gotto del 5 novembre scorso).