Società

Qualità della vita 2023: Udine è la città in cui si vive meglio in Italia, Bologna seconda. Roma solo 35esima. Il Sud ancora fanalino di coda

È Udine la città in cui si vive meglio in Italia. A decretare la vittoria della provincia friulana è la 34esima edizione dell’indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita. È la prima volta che la provincia di Udine si colloca nella posizione più alta della classifica che misura il benessere della popolazione, dopo essersi piazzata tra le prime dieci solamente tre volte dal 1990 a oggi (precisamente nel 2016, nel 2020 e nel 2021). L’analisi conferma un impressionante gap tra Nord e Sud: tra i capoluoghi della Penisola, escludendo le isole, il primo del Meridione è Bari, che arriva solo al 69esimo posto.

Al secondo posto si colloca invece la città di Bologna, che era stata vincitrice dell’edizione 2022. Medaglia di bronzo al capoluogo trentino, che sale di due posizioni rispetto all’anno precedente. Si confermano nella top ten anche Milano, che è stabile rispetto allo scorso anno e resta prima nella categoria «Affari e lavoro», e Firenze che, dopo aver occupato il podio nel 2022, quest’anno è invece sesta. A influire sulla valutazione del capoluogo toscano sono i dati relativi alle denunce di furti con strappo e rapine in pubblica via, ma anche i canoni di locazione (che erodono fino al’84% del reddito medio dichiarato) e alcuni nuovi parametri, come il consumo di farmaci contro l’obesità.

Sono 90 gli indicatori presi in esame per stilare questa graduatoria, suddivisi poi in sei categorie che generano di conseguenza sei classifiche tematiche: Affari e lavoro, dove vince appunto il capoluogo meneghino; Ricchezza e consumi, con al primo posto un’altra provincia lombarda, Monza-Brianza; Giustizia e sicurezza, dove svetta Chieti; Demografia e società, con Bologna; Cultura e tempo libero, vinta da Trieste; infine Ambiente e servizi, con al primo posto Bergamo, che quest’anno sarà anche capitale della Cultura insieme a Brescia.

La scalata del territorio friulano (+11 posizioni) tra le 107 province italiane prese in esame è trainata da alcune particolari performance: oltre al primo posto nell’indice sintetico della Qualità della vita delle donne e l’ottavo posto in quello che misura la Qualità della vita dei bambini, detiene il record di palestre, piscine e centri per il benessere fisico e si distingue (4° posto) nella categoria «Giustizia e sicurezza» per la limitata frequenza di incendi, delitti informatici e furti di autovetture. La città eccelle anche per la bassa incidenza di famiglie con Isee sotto i 7mila euro e di imprese in fallimento.

Anche questa edizione fotografa, però, un’alta concentrazione di città del Mezzogiorno nella seconda metà della graduatoria, con l’unica eccezione di Cagliari al 23esimo posto. A chiudere la classifica è Foggia, che torna in ultima posizione dopo dodici anni. A precederla Caltanissetta e poi Napoli al terz’ultimo posto: secondo l’indagine è penalizzata dalla densità abitativa, dalla criminalità predatoria in ripresa, dagli scarsi dati occupazionali e da un saldo migratorio sfavorevole. Anche i piazzamenti inferiori nei singoli indicatori – come l’ultima posizione di Palermo nel nuovo indicatore sulle famiglie con Isee basso – sono spesso (ma non sempre) occupati dal Mezzogiorno. Tra le ultime cinque classificate arrivano anche Siracusa (104esima, -14 posizioni), penalizzata, tra l’altro, dalla bassa speranza di vita (nel 2022 registrò un picco di decessi per le ondate di calore estive), dalle imprese in fallimento, dal gender pay gap e dal risibile numero di lavoratori domestici regolari.

Male anche Roma, che si colloca solo al 35ª posto, perdendo quattro posizioni rispetto all’anno precedente. Dal 1990 ad oggi la Capitale non si è mai collocata nei primi tre posti della classifica generale, e quest’anno si distingue negativamente soprattutto nella categoria Giustizia e sicurezza, dove è 104esima. A penalizzarla sono l’Indice di criminalità, cioè il totale dei delitti denunciati, e l’indice dei Reati legati agli stupefacenti (spaccio, produzione, ecc.).

Per capire come è cambiato il Paese nell’ultimo anno sono stati inoltre selezionati 15 dei 90 indicatori della Qualità della vita, analizzandone la variazione registrata nel corso di quest’anno a confronto con lo stesso periodo del 2022: emerge così una crescita degli indici economici, come Pil pro capite e occupati, ma le aziende e le famiglie rimangono in attesa. Accanto all’aumento del valore aggiunto pro capite, un altro indicatore che registra un incremento tendenziale è il tasso di occupazione: secondo l’Istat il numero di occupati, a ottobre 2023, ha superato quello di ottobre 2022 del 2 per cento. C’è stata però anche un’impennata dei costi (il mutuo, le bollette, la spesa e le vacanze), che ha causato un calo medio del 3,8% dei depositi bancari delle famiglie italiane. L’erosione più significativa si è registrata in provincia di Rimini (-8,8%).