Società

I cento comandamenti civici degli italiani

di Daniele Barni

1. Io sono lo Stato, e non voglio niente da te. Ma sappi che ogni bene e male che mi fai ricadranno su di te moltiplicati per le stelle del cielo, i grani di sabbia sulla terra e i pesci del mare.

2. Io, lo Stato, sono come tu mi vuoi. Ma se mi volessi democratico sarei più contento. E per te sarebbe meglio.

3. Io sono lo Stato, e sono donna e uomo, sono madre e padre, non sono di sicuro cristiano e, soprattutto, non sono Giorgia.

4. Non dire mai che qualcuna sia la nipote di Mubarak.

5. Se fai un gioco, che so, guardie e ladri, e vuoi per forza fare il ladro e poi perdi, non puoi travestirti da guardia e cambiare le regole del gioco per non finire in prigione.

6. Non gettare il flacone dello shampoo nell’umido o nell’indifferenziato.

7. Non seppellire uranio nei dintorni di Napoli.

8. Se sei un sindaco e qualcuno ti parla di “tangente”, fai finta di capire “tangenziale”.

9. Ama il concittadino tuo come te stesso.

10. AMA e fai ciò che vuoi, come dicono a Roma.

11. Una donna non è mai una “culona inchiavabile”, ma un essere umano uguale a te: anzi, a giudicare dall’esperienza, anche un pochettino migliore.

12. “Parlamento” deriva da “parlare”, non da “mentire” (questa è sottile).

13. Ricordati che le polveri sono sottili, non grossolane come te.

14. Il riscaldamento globale esiste.

15. La mafia esiste.

16. Anche Sgarbi e Morgan esistono.

17. Non finanziare Cosa Nostra.

18. Se prendi una multa, pagala subito e magari scusati con i vigili urbani.

19. Ricordati che ogni volta che non paghi le tasse un bambino potrebbe morire in ospedale, o non imparare un granché a scuola, o farti una megabizza perché non hai un parco giochi dove portarlo.

20. Abbatti la tua villetta in collina e vai ad abitare in città con i tuoi concittadini.

21. Non condonare.

22. Non raggirare un’orfana per comprarti una villa.

23. Manda le tue figlie e i tuoi figli alla scuola pubblica.

24. Ricordati di santificare il 2 giugno e il 25 aprile.

25. Onora Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, le donne e gli uomini delle loro scorte e tutti i martiri di mafia.

26. Tutti i miei cittadini hanno pari diritti e pari doveri, ma se sei anche un mio funzionario hai la metà dei diritti e il doppio dei doveri.

27. Ogni volta che avrai letto un libro, farai all’amore.

28. Leggi, non parlare.

29. E, se ci riesci, parla in silenzio, così nessuno sente le corbellerie che dici.

30. Studia la storia, così non dici che il fascismo ha fatto anche cose buone.

31. Se organizzi una “cena elegante” e poi ti spogli per un “bungabunga”, cadi in contraddizione.

32. Ricordati che la caccia non è uno sport.

33. Rispetta la fila.

34. Ricordati: è più facile che un cammello entri nella cruna di un ago che un ricco all’ufficio delle imposte.

35. D’altro canto, al cammello per vivere felice bastano due gobbe.

36. Ricordati: è facile per un potente entrare nel cuore di un umile; e, purtroppo, non solo nel cuore (questa è un po’ grossolana, ma vera).

37. Come disse Moana Pozzi, non fare la guerra con le armi atomiche, semmai anatomiche.

38. Ricordati che le strisce pedonali non sono le linee di partenza di un gran premio.

39. Non commettere Jobs act impuri.

40. Ricordati che ∞/n = ∞, perciò che la tua vita e quella di una zanzara, rispetto all’eternità, hanno lo stesso valore.

41. Non desiderare la poltrona d’altri.

42. E nemmeno il divano, il comò, il quadro appeso alla parete, ecc… perché poi finisce che scopri la cassaforte e non sai trattenerti.

43. Non nominare il nome di Dio: è vano.

44. Non dare falsa testimonianza, e non farti votare leggi ad personam per sfuggire ai tribunali.

45. Non rubyare (questa è un po’ cervellotica).

46. Non uccidere animali e non tagliare vegetali per diletto, già devi ucciderli e tagliarli per mangiare.

47. Sei ciò che mangi: dunque, i politici sono infinito.

48. Se sei ancora sindaco, fai un piano regolatore di soli abbattimenti, senza nuove costruzioni, un piano regolatore di piste ciclabili e pedonali, di parchi e giardini, di silenzio la sera, di biblioteche e musei… no, fermi, stavo scherzando, la camicia di forza no… sì, sì, va bene, va bene il ponte sullo Stretto di Messina…

49. Se fai il ponte sullo Stretto di Messina, stai attento, perché ci sono Scilla e Cariddi.

50. Ricordati che la democrazia è fra coloro che, sempre e umilmente, uniscono nei loro ragionamenti e nelle loro argomentazioni la deduzione, l’induzione e l’ipotesi, senza mai fare a meno dell’una o dell’altra; e rifuggono dalle fallacie logiche.

51. Ricordati che la democrazia è fra coloro che, sempre e umilmente, affidano i loro pensieri alla comunità, sperando che tutti siano d’accordo, o almeno la maggior parte; senza mai emarginare, però, chi non lo fosse.

52. Ricordati che la democrazia è fra coloro che, sempre e umilmente, non dimenticano che i loro pensieri non sono definitivi, ma in ogni momento superabili, migliorabili o, addirittura, sbagliati.

53. Ricordati che la democrazia è fra coloro che, sempre e umilmente, rispettano tutti e tre i comandamenti precedenti, non tralasciandone mai nessuno. Senza il primo la democrazia si trasformerebbe in demagogia; senza il secondo in dittatura; senza il terzo in oligarchia; senza quest’ultimo in democrazia autoritaria o democratura.

54. Vai sempre a votare, altrimenti vincono loro.

55. Loro, loro, sai bene chi.

56. Io sono lo Stato, come ho detto, ma preferirei essere chiamato “comunità”. Io sono te stesso.

57. Se ti dedichi alla politica, non dire che “scendi in campo”. In campo scendevano i tuoi bisnonni, che non avevano il bagno in casa.

58. Non credere senza dimostrazione. Non obbedire senza confronto. Non combattere se non per la democrazia.

59. Piantala e pianta un albero.

60. Dopo che hai fatto l’amore, spegni la sigaretta e accendi un libro. “Accendere un libro” è una metafora: non fare come Hitler.

61. Ricordati che tu la televisione la vedi; lei, invece, ti guarda. Anzi, ti guata.

62. Se sei un politico e sbagli, paghi; non, se sei un politico e sbagli, compri.

63. Lo stesso vale se sei un imprenditore, un banchiere, un boiardo, ecc…

64. Quante volte hai desiderato e sognato che qualcuna o qualcuno ti amasse a tal punto da attraversare deserti, mari, guerre, fame e malattie per giungere fino a te? Adesso che ti amano in tanti, non puoi lamentartene.

65. Prima che sia tardi, dovresti comprendere che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera segue le leggi della termodinamica, non le trasmissioni di Bruno Vespa.

66. Polvere sei… perciò sta’ calmo, non ti agitare, altrimenti farai solo un polverone.

67. Ricordati che nemmeno la pesca è uno sport.

68. Abbasso la famiglia, e viva lo Stato, cioè la comunità.

69. Andate e moltiplicatevi, non dividetevi, sommatevi e non sottraetevi mai.

70. In principio era il verbo; ma ora, con la repubblica e la democrazia, in principio c’è l’articolo (non so se si sia capita).

71. Non comprare parlamentari.

72. Se proprio vuoi una bandiera, sventola l’arcobaleno.

73. Se proprio vuoi un inno, vai in un bosco all’alba.

74. Il Tricolore e lo spartito del Canto degli Italiani conservali in un cassetto, a ricordo di un sogno che non si è mai avverato.

75. Ricordati che la democrazia è conoscenza e la conoscenza democrazia.

76. Ricordati che il salario minimo non è un condimento vegano, ma una questione di dignità.

77. Anche il reddito di cittadinanza è una questione di dignità.

78. Perché io mi chiamo Stato, e di cognome faccio Sociale.

79. Mi raccomando, non Welfare State: quella è la mia copia inglese. Usa l’italiano.

80. Dopo aver letto il comandamento precedente, dimenticati del verbo “raccomandare”: in Italia potresti essere frainteso.

81. Ricordati che il sesto senso non è altro che il senso civico.

82. Chi si compra una pistola ha il complesso del pistolo. E se è una donna? Sinceramente, non conosco donne che si siano comprate una pistola: loro sono più intelligenti.

83. Le pistole lasciamole alle forze dell’ordine e all’esercito, cioè allo Stato, cioè a me medesimo.

84. Se sei sindaco, infine, il verbo “truccare” deve farti pensare solo al rossetto, non ad appalti, a gare e agli amici degli amici.

85. Leggi Il Fatto Quotidiano e ilfattoquotidiano.it.

86. Al prossimo SuperBonus 110% non scartavetrare la facciata, ma installa il pannello fotovoltaico e la pompa di calore.

87. E alla prossima rottamazione non comprare il Suv, ma l’auto elettrica. E non votare Renzi.

88. Chiudi la televisione e accendi un libro. “Accendere un libro” è la stessa metafora del comandamento 59.

89. Non devi fare le corna ai vertici Ue.

90. Non devi fare aspettare Ang(h)ela.

91. Non devi dire a Schulz che è un kapò.

92. Non devi gridare: Mister Obamaaaaaaaaa.

93. Non dovevi proprio andarci ai vertici Ue.

94. Non saresti dovuto andare nemmeno a Palazzo Chigi.

95. Saresti dovuto andare, semmai, a Regina Coeli.

96. Ma si sa che siamo il Paese di Sottosopra.

97. Viva l’Italia.

98. Viva la Repubblica.

99. Viva la Democrazia.

100. “E l’infinita vanità del tutto”.