Calcio

Harry Kane, il paradosso dell’antidivo: caterve di gol e mai un successo di squadra. Almeno fino a ora

Il calcio è pieno di paradossi: gente come Alfredo Di Stefano e George Best non ha mai partecipato a un mondiale, mentre un fuoriclasse come Paolo Maldini, che ha vinto tutto con il Milan, in nazionale è rimasto a bocca asciutta. Harry Kane, miglior bomber dell’Inghilterra, rischiava di ritrovarsi in questo gruppetto: una montagna di gol con i Tre Leoni – 61 reti – e con il Tottenham – 280 -, ma nei trofei è al palo. Ha sfiorato la Champions nella finale di Madrid persa il 1° giugno 2019 dagli Spurs con il Liverpool. In Premier non è andato oltre il secondo posto 2016-2017. E’ finito al tappeto nell’ultimo atto della Coppa di Lega 2020-2021. In nazionale, la sconfitta ai rigori nella finalissima di Wembley contro l’Italia, l’11 luglio 2021, è in vetta ai dispiaceri, insieme al penalty fallito contro la Francia nei quarti del mondiale 2022. Un magnifico uomo-gol, moderno nello stile di gioco, corretto in campo e fuori, mai una polemica o uno scandaluccio, un punto di riferimento per tutti gli allenatori e un eccellente esempio di professionalità, come ribadito più volte da Antonio Conte e José Mourinho. Ma anche un vuoto assoluto nella sala dei trofei e il numero dei titoli conquistati pesa non poco nel bilancio complessivo di una carriera.

La svolta, così pare, è arrivata a 30 anni, con il trasferimento al Bayern Monaco, dopo aver mancato, nel 2021, il trasferimento al Manchester City. Dal 2010 al 2023, Kane è stato ostaggio delle politiche del Tottenham e quando si fa un riferimento agli Spurs, il nome è quello di Daniel Levy: presidente, uomo mercato, padre padrone. La situazione si è sbloccata solo quest’estate, con la cessione al Bayern Monaco: Levy ha preferito piazzarlo all’estero piuttosto che ritrovarselo contro all’interno dei sacri confini inglesi. Harry ha continuato a fare in Germania quello che gli riesce bene da un decennio: segnare, soprattutto segnare moltissimo. Siamo già a 21 gol in 16 presenze. In Bundesliga, guida la classifica cannonieri con la cifra sbalorditiva di 17 reti in 11 partite. Ha già superato quota 20 per la decima stagione di fila. Nel mirino, sostenuto dallo squadrone bavarese, c’è il primato personale di 41 in un’annata, ottenuto nel 2017-2018. La media complessiva è eccezionale: 317 reti in 516 gare con i club. Con i centri in nazionale, si arriva a 378.

Statistiche impressionanti, che acquistano una consistenza maggiore se si considera che il Tottenham non è un club di primissimo livello e nelle schizofrenie degli ultimi anni non è riuscito a meritarsi un fuoriclasse come Harry Kane, spietato in zona-gol, ma anche bravissimo in materia di assist: fu José Mourinho, nel biennio 2019-2021, a sfruttare queste doti. Kane è un antidivo. La sua presenza sui social è molto controllata. La vita privata è gestita con discrezione. Non beve – tranne nel mese di vacanze estive -, non fuma, segue una dieta alimentare rigorosa, non ha tatuaggi. Un inno alla noia per i canoni dei nostri tempi, ma dietro le quinte c’è invece un uomo attento alla solidarietà, legato alla famiglia: la compagna di sempre, conosciuta ai tempi della scuola e i due figli, un maschio e una femmina. Il massimo della stravaganza di Kane è il nome dato ai due cani, razza labrador: Brady e Wilson, in onore dei due quarterback del football americano. Il quadro di una vita tranquilla è completato dalla passione per il golf. In un divertente one one di pochi giorni fa, ha raccontato: “Il mio idolo d’infanzia era David Beckham. Il difensore più forte che ho affrontato è Harry Kane. Il compagno di squadra più noioso è Eric Dier: si addormenta dappertutto, in areo, treno o pullman. Il compagno che vorrei aver avuto è Messi: con lui avrei segnato il doppio delle mie cifre attuali”. Se la vera cosa anormale è essere normale, Harry Kane è, nella sua metodicità e nel suo essere sempre dentro le righe, il Normal One per eccellenza. Il centravanti inglese riesce a essere normale anche di fronte a cifre anomale come quelle di una carriera nelle quale è mancata, finora, la conquista di un trofeo. Una cosa assolutamente anormale per un giocatore come lui, ma nel Bayern, quasi sicuramente, anche questo elemento sarà ricondotto alla normalità. In pieno stile Harry Kane.