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Migranti, la Corte Suprema britannica boccia il piano del governo Sunak sui trasferimenti in Ruanda: “Rischio rimpatri forzati”

La Corte Suprema britannica demolisce uno dei punti più importanti delle politiche migratorie intraprese dal primo ministro Rishi Sunak. I cinque giudici supremi hanno infatti confermato la sentenza di Appello dichiarando illegale il cosiddetto ‘piano Ruanda’ da 140 milioni di sterline che prevedeva il trasferimento di quote di migranti irregolari nel Paese africano dove verranno svolte le verifiche riguardanti le loro richieste di asilo.

Si tratta di un duro colpo per la stretta sull’immigrazione promessa dall’esecutivo di Londra che ha l’intento dichiarato di dissuadere le persone dall’intraprendere viaggi verso il Regno. Non sono ancora note le motivazioni della sentenza, ma quella d’Appello aveva sollevato il rischio reale che i rifugiati deportati vedano le loro richieste valutate erroneamente o che vengano rimandati nel loro Paese dove potrebbero essere oggetto di persecuzioni. Lord Reed, presidente della Corte Suprema, ha affermato che i giudici concordano all’unanimità con la sentenza d’Appello, anche tenendo conto di un precedente tra Israele e Ruanda che ha evidenziato proprio i rischi di questa strategia.

Lord Reed ha affermato che la valutazione si concentrava sull’esistenza o meno di “fondati motivi” per ritenere che i richiedenti asilo inviati in Ruanda corressero un “rischio reale” di essere rimandati nei Paesi di provenienza. “Alla luce degli elementi di prova da me riassunti, la Corte d’Appello ha concluso per l’esistenza di tali motivi. Siamo unanimemente del parere che avessero il diritto di giungere a tale conclusione. In effetti, avendo analizzato noi stessi le prove, siamo d’accordo con la loro conclusione”.