Politica

Meloni sceglie i social per aprire la campagna sul premierato: “Volete decidere voi o far decidere ai partiti?”

La necessità di spingere la riforma costituzionale fa tornare Giorgia Meloni sui social. La presidente del Consiglio ha rispolverato gli “Appunti di Giorgia” per coinvolgere i suoi elettori nella battaglia per il premierato. In una sorta di anticipazione di apertura di una campagna referendaria che, qualora esistessero i numeri in Parlamento, con ogni probabilità non si terrebbe mai. E allora eccola in video: “Voi – dice rivolgendosi idealmente agli italiani – cosa volete fare, volete contare e decidere o stare a guardare mentre i partiti decidono per voi? Questa è la domanda che faremo se sarà necessario e quando sarà necessario”. Niente giornali, quindi, per aprire – con larghissimo anticipo, dovendo ancora iniziare la prima lettura in Parlamento del testo – una molto probabile campagna.

Una domanda che scatena il leader di Azione Carlo Calenda: “Bella requisitoria contro i partiti da parte di chi ha passato tutta la sua vita professionale solo nei partiti. Abbiamo sentito spesso in questi anni capi partito spandere retorica antipartitica e antipolitica. Non è una novità, vedi M5s, e non è mai finita bene”. Per la presidente del Consiglio la riforma “non serve a qualcuno ma a tutti, e lo sanno anche quelli che per calcolo politico la stanno osteggiando, senza però offrire argomenti seri, perché certo non possono dire la verità. Che si sono cioè abituati a governare perdendo le elezioni che vogliono continuare a fare così anche in futuro”.

Quella del premierato, ha sostenuto, è una riforma che “noi abbiamo scritto dopo aver ascoltato tutte le forze politiche, le associazioni di categoria, dopo aver raccolto la sensibilità della stragrande maggioranza degli italiani”. Adesso toccherà al Parlamento “dove ovviamente il nostro obiettivo è lavorare perché abbia il più ampio consenso possibile, perché si possa raggiungere in Parlamento la maggioranza dei due terzi in entrambe le Camere che serve ad approvare la riforma”. Ma se questo non dovesse accadere “allora saranno gli italiani – ha concluso – a decidere con un referendum se confermare oppure no questa rivoluzione. E io sono certa che la grande maggioranza degli italiani capirà di avere l’occasione storica di rendere in Italia una democrazia matura”.