Cronaca

“La strada del nostro negozio a Quarrata era un fiume. Situazione apocalittica. Il problema è quando resteremo soli”

“Più sei a lavorare con le mani nel fango e meglio è. Quando poi ti fermi a pensare a quello che è successo ti rendi conto veramente del disastro e vieni preso dallo sconforto”. Davide Damiani, speaker di Radio Deejay, si trovava a Milano la sera del 2 novembre, quando la Toscana è stata travolta dall’acqua. Il negozio di arredamenti della sua famiglia, aperto nel 1986 a Quarrata, la città del mobile, è stato distrutto. “Non riuscivo a parlare al telefono con i miei genitori, i cellulari funzionavano male – racconta Damiani a ilfattoquotidiano.it – ma sui social iniziavano a circolare i video del centro di Quarrata invaso dall’acqua. Ho visto anche la foto di via Montalbano, la strada del nostro negozio. Era un fiume”. Finalmente è riuscito a raggiungerli al telefono: “Non sapevano ancora nulla, sono entrati nel panico quando ho detto loro dell’alluvione – spiega -. Hanno anche provato a tornare indietro al negozio, ma le strade non erano più praticabili”. Una sconosciuta, vedendoli in pericolo, li ha invitati a salire a casa sua. Sono rimasti insieme per ore, aspettando che smettesse di piovere e l’acqua si ritirasse.

All’alba del giorno dopo, la partenza dalla stazione Centrale. “Sono arrivato a Quarrata e mi sono reso conto davvero di quello che era successo, al di là dei racconti dei miei genitori e dei video che avevo visto – continua Damiani -. È indescrivibile, apocalittico”. Alcuni divani del loro negozio di arredamenti sono stati trovati davanti alla farmacia di via Montalbano, per strada, a decine di metri da dove il fiume li aveva prelevati. A pochi passi dalla loro attività si vendeva caffè. Le capsule sono state ritrovate in un asilo, dall’altra parte della città, insieme alle scarpe di un famoso negozio del centro. Il Fermulla, torrente che corre a pochi metri da piazza Risorgimento, ha portato via decine di attività commerciali. “Alcuni hanno perso tutto. Oltre al lavoro anche la casa, le auto. Per fortuna l’onda è arrivata dopo l’orario di chiusura dei negozi, sennò ci sarebbero state anche vittime”, prosegue Damiani. Sulle pareti del negozio di arredamenti c’è ancora il segno dell’acqua, entrata dopo aver spaccato la vetrina: ottanta centimetri d’altezza che hanno portato via cucine, letti, elettrodomestici, divani. Molta della merce distrutta era già stata venduta.

Dall’alba del tre novembre la comunità si è stretta attorno alla sua città. “Sembrano frasi fatte ma la solidarietà che sto osservando in questi giorni è incredibile – racconta Damiani -. Tantissimi ragazzini delle medie con le mani nel fango”. Il rosticcere in piazza distribuisce gratuitamente pollo arrosto ai volontari che lavorano. Tutti sono rimasti sconvolti da quello che è successo. Un disastro del genere non lo ricordano a Quarrata. C’erano stati degli allagamenti nelle zone circostanti, ma mai in centro. Ora la paura è che quando si abbasseranno i riflettori sulle zone alluvionate, i cittadini toscani possano rimanere soli. Molte delle attività, proprio per via dell’eccezionalità del fatto, non erano assicurate per le calamità naturali. L’unica speranza adesso sono i fondi pubblici, ma i lunghi tempi di erogazione dimostrati dalle istituzioni con l’Emilia Romagna non lasciano ben sperare. “Nel nostro piccolo abbiamo deciso intanto di far partire una raccolta fondi per cercare di aiutare le attività commerciali a ripartire il prima possibile. È tutto da rifare, i pavimenti, gli impianti elettrici”, spiega Damiani che conclude: “Ora c’è la solidarietà a tenerci in piedi. Ma a un certo punto l’attenzione mediatica scemerà, la vita di tutti andrà avanti, e le persone resteranno da sole ad affrontare quello che è successo”.