Prove su strada

Toyota bZ4X, la prova de Il Fatto.it – La prima elettrica non si scorda mai – FOTO

No, non è un déjà-vu quello che state avendo: se siete convinti di aver già visto da qualche parte la Toyota bZ4X è perché la prima auto 100% elettrica di serie del colosso giapponese ha una sorella gemella, sempre con gli occhi a mandorla, la Subaru Solterra. Le due vetture differiscono esteticamente per il design della porzione frontale. Tuttavia, base tecnica e meccanica sono le medesime, figlie di una progettazione congiunta.

Da Toyota arriva il pianale modulare TNGA e la meccanica elettrificata. Subaru ci mette il suo know-how cinquantennale sulla trazione integrale, adattato alle caratteristiche di un’auto a batteria (che è priva del tradizionale albero di trasmissione fra i due assi), e le tecnologie relative alla sicurezza. Le differenze? Sostanzialmente due: la Toyota bZ4X ha una trazione integrale “on demand” anziché la permanente della Subaru, che è sempre “in presa”. Significa che la Toyota passa a una configurazione a quattro ruote motrici solo quando serve, ovvero quando le ruote anteriori perdono trazione: ciò permette di ottimizzare l’efficienza.

Altra differenza è che la bZ4X è priva delle “palette” dietro al volante, presenti sulla Solterra, che consentono una regolazione su due livelli del recupero energetico in fase di decelerazione. Al loro posto c’è uno specifico comando, monostadio, che assolve alla medesima funzione e rende possibile accelerare e decelerare attraverso il solo uso del pedale dell’acceleratore, con l’auto che perde velocità rapidamente appena si solleva il piede dal pedale. Il resto, invece, dalla taratura dell’assetto a quella dello sterzo, passando per l’architettura della plancia o dalle tecnologie della batteria, è praticamente identico.

Lunga 4,7 metri, la bZ4X offre un generoso passo di 2,85 metri – garanzia di una buona abitabilità interna – e un bagagliaio di 452 litri. Manca, però, un cassetto portaoggetti dinanzi al passeggero, sostituto da un vano sotto la console centrale, meno pratico. Comodi, invece, gli scoparti dietro il selettore del “cambio”: quello anteriore prevede pure un caricatore wireless per smartphone. Discreta la qualità di materiali e assemblaggi.

A spingere la nipponica c’è una coppia di motori elettrici da 218 CV di potenza complessiva, uno per ciascun asse in modo da poter contare, come scritto poc’anzi, sulle quattro ruote motrici in caso di necessità. Peso? Poco più di 2 tonnellate; non poche, certo, ma perlomeno “alleggerite” dal baricentro basso, tipico delle vetture a elettroni. L’architettura è quella che va per la maggiore, con la batteria piatta, da 71,4 kWh di capacità, nascosta sotto il pianale, fra i due assi.

Su strada, la massa è ulteriormente mitigata da un set-up delle sospensioni dedicato, che cede poco a rollio e beccheggio. Nonché da uno sterzo dal diametro ridotto, bello pronto e che conferisce un’ottima sensazione di controllo del mezzo. Buono pure il feeling del freno. Sì, l’auto sembra pesare meno e infonde sicurezza tanto nei cambi di direzione più repentini quanto nelle curve affrontate ad alta velocità.

Per il resto, l’esperienza di guida è quella assicurata dalle vetture alla spina: scatto gagliardo, grande silenziosità di marcia (turbata solo da qualche fruscio aerodinamico di troppo proveniente dai retrovisori laterali), eccellente ripresa. Peccato per la particolare impostazione del posto guida: la strumentazione, posto molto in alto, obbliga a guidare col volante in posizione bassa, altrimenti la porzione superiore della corona finisce per coprire il quadro strumenti digitale.

Tempi di ricarica: con la corrente continua a 150 kW un rifornimento all’80% può essere raggiunto in circa 30 minuti. Curata la sicurezza attiva, che prevede dispositivi come il cruise control adattivo – che mantiene automaticamente velocità di marcia e distanza di sicurezza preimpostate –, la frenata automatica di emergenza, il sistema di mantenimento della corsia di marcia e il riconoscimento della segnaletica stradale.

La Toyota bZ4X è disponibile nella versione bimotore, oggetto della prova, in allestimento “First Edition” (59.900 euro, che scendono a €56.900 in caso di permuta o rottamazione) o nella più economica edizione a due ruote motrici e singolo motore elettrico (in questo caso la potenza complessiva è di 204 CV), denominata “Pure” e offerta, incentivi inclusi, a meno di 40 mila euro.

La Pure ha un infotainment con schermo da 8” invece dei 12,3” degli allestimenti più ricchi e non offre sensori di parcheggio, portellone ad apertura assistita e ricarica wireless per smartphone. In compenso la sua autonomia media è superiore ai 500 km omologati, contro i 411 della più costosa versione a quattro ruote motrici, completa però di cerchi in lega da 20”, fari full LED, sistema multimediale Toyota Smart Connect con schermo da 12,3” e sistema audio Premium JBL, sedili in pelle riscaldabili e ventilati a regolazione elettrica, Remote Parking, nonché il pacchetto Toyota T-Mate con il Toyota Safety Sense di ultima generazione.