Cronaca

Covid, tamponi a chi arriva in pronto soccorso con sintomi o ha avuto contatti con positivi: il ministero stringe le regole per gli ospedali

I casi di Covid tornano ad aumentare e il governo effettua un giro di vite sulle strutture sanitarie ripristinando regole uguali per tutta Italia sui tamponi. I test tornano per gli accessi ai pronto soccorso e nei reparti e arrivano indicazioni anche per gli operatori sanitari. La stretta è contenuta in una circolare dal direttore generale del ministero Francesco Vaia alla luce dell’attuale “andamento clinico-epidemiologico” del virus. Tradotto: la curva epidemiologica, sotto la spinta delle nuove varianti, sta tornando a crescere e così è necessario inizia a prendere qualche precauzione in più.

Le decisioni del ministero della Salute vanno incontro, almeno parzialmente, alle richieste avanzate a fine agosto dalla Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi. La Foce aveva infatti chiesto delle norme specifiche per gli ospedali per salvaguardare i fragili, isolare i positivi ed “evitare il collasso delle strutture”. Quelle introdotte dalla circolare sono in realtà norme di lieve impatto, almeno per il momento, ma che rappresentano un segnale di adeguamento alla circolazione aumentata di Sars-Cov-2. Dal 31 ottobre 2022 – come ribadito in una circolare dello scorso aprile – non era più obbligatorio il tampone all’arrivo in pronto soccorso con decisione rimessa a Regioni e singoli ospedali sul testare i pazienti o meno, mentre ora il ministero ha disposto che all’accesso scattino i test per chi presenta sintomi compatibili con il Covid-19.

I tamponi dovranno essere effettuati anche per la “ricerca di altri virus” come quelli influenzali. Dovrà essere effettuato un tampone anche ai pazienti che dichiarano di “aver avuto contatti stretti con un caso confermato di Covid-19, con esposizione negli ultimi 5 giorni”. Sono per ora esclusi dall’obbligo di testarsi gli asintomatici, salvo che non debbano “effettuare ricovero o trasferimento in setting assistenziali ad alto rischio”, cioè reparti in cui ci sono pazienti immunocompromessi e fragili, strutture protette o Rsa. E a proposito delle residenze socio-assistenziali è “indicata l’effettuazione di test” per chi viene trasferito in una di queste strutture, in maniera programmata o di urgenza.

La circolare ministeriale dispone anche una regola per gli operatori sanitari che “presentano sintomi compatibili” con il Covid: dovranno “evitare di accedere” nei reparti di degenza e ambulatori dove ci sono pazienti fragili. Il direttore generale del ministero guidato da Orazio Schillaci ha anche chiarito che i direttori sanitari degli ospedali e delle strutture sanitarie hanno comunque la “responsabilità” e “possibilità” di rinforzare in autonomia le “misure di prevenzione e protezione” contenute nella circolare.