Giustizia & Impunità

Strage di Brandizzo, i pm ascoltano i primi testimoni. La procuratrice: “Indagini come questa richiedono tempo e noi siamo pochi”

L’indagine della procura di Ivrea entra nel vivo. A distanza di 5 giorni dalla strage sui binari appena fuori dalla stazione di Brandizzo, con 5 operai morti sul colpo, i magistrati hanno acquisito le prime testimonianze riguardo all’incidente ferroviario. Al momento non è noto se siano stati ascoltati colleghi delle vittime o di dipendenti di Rfi. Di certo, tra le persone entrate a palazzo di giustizia c’è però Antonino Laganà, fratello di Kevin, la più giovane delle cinque vittime.

L’audizione è però è stata rimandata a mercoledì mattina. Antonino Laganà – che si è allontanato dalla procura con il papà senza rilasciare dichiarazioni – era stato convocato in qualità di dipendente della Sigifer, la società del Vercellese in cui lavorava insieme al fratello. Il giovane si è presentato in procura indossando una t-shirt su cui era stampato il volto di Kevin. Al momento nell’inchiesta sono indagati per disastro ferroviario e omicidio plurimo con dolo eventuale l’uomo-scorta di Rfi e il capo cantiere della Sigifer. Ma la procura sta vagliando la posizione anche di altre persone, senza aver tuttavia formalizzato iscrizioni nel registro.

La procuratrice Gabriella Viglione, a capo degli uffici inquirenti di Ivrea, ha avvisato che “indagini come queste richiedono tempo”. E “da noi durano anche di più perché siamo in pochi”. Il riferimento è alla cronica scarsità di personale che affligge gli uffici giudiziari della provincia: la situazione, più volte segnalata al al Csm e agli altri organi competenti, è stata prodotta una decina d’anni fa dalla riforma della geografia giudiziaria nazionale, che estese il territorio di competenza del tribunale d’Ivrea fino alle porte di Torino.