Sport

Europei volley, le panchine di Egonu diventano un caso: nelle prime gare il ct Mazzanti schiera Antropova. Ma la sfida è trovare l’equilibrio

Il ruolo di Paola Egonu nell’Italvolley femminile inizia a diventare un caso. La 25enne di Cittadella, una delle migliori giocatrici al mondo, nonché icona – magari anche involontaria – di un’Italia multietnica, era attesa come protagonista assoluta del sestetto azzurro nell’Europeo in corso. E invece finora non è stato così. Da pochi giorni infatti ha ottenuto la cittadinanza italiana Ekaterina Antropova, fortissima ventenne russa che gioca come opposta, lo stesso ruolo di Egonu. E qui è cascato l’asino, perché il ct Davide Mazzanti si è trovato di fronte a varie possibilità. Si poteva far giocare Egonu titolare, con Antropova come back-up, oppure cercare di trovare un equilibrio con entrambe le giocatrici in campo, schierando l’italo-russa da schiacciatrice-ricevitrice. La terza opzione, cioè tenere Egonu in panchina, sembrava molto improbabile: e invece, nella partita d’esordio contro la Romania (vinta per 3-0) è accaduto proprio questo. E l’eco mediatico si è sentito. Venerdì, alla seconda partita contro la Svizzera (anche questa portata a casa con tre set a zero) Egonu è partita di nuovo in panchina, ma ha giocato degli spezzoni di partita in sostituzione di Antropova, formando la diagonale di riserva insieme alla palleggiatrice Francesca Bosio. Si sono visti sorrisi, punti, ace e piena disponibilità da parte di tutti: e un plauso bisogna farlo proprio a Mazzanti, che fino a questo momento ha applicato le sue idee senza però gettare via un talento clamoroso come quello dell’opposta veneta.

Il caso però resta se non bollente almeno tiepido, almeno per due motivi. In primo luogo fanno discutere le decisioni drastiche di Mazzanti: dopo aver vinto un Europeo nel 2021 e una Volley Nations League l’anno successivo, il ct si è sentito di poter rinunciare a convocare tre pilastri della squadra come Caterina Bosetti, Monica De Gennaro e la capitana Cristina Chirichella. Poi l’esclusione di Egonu, che sta a metà tra la scelta tecnica e quella psicologica: in alcune occasioni, infatti, la giocatrice ha sottolineato come la maglia azzurra le faccia sentire il peso del mondo addosso. L’obiettivo di Mazzanti potrebbe essere quello di alleggerire il peso sulle sue spalle, con vista interessata sulle Olimpiadi di Parigi 2024. L’altro tema è cosa succederà nei prossimi giorni: nel girone le avversarie sono battibili con un impegno davvero modesto, ma nella fase a eliminazione diretta cambierà la musica. Chi sceglierà Mazzanti tra Egonu e Antropova? Chi giocherà, soprattutto, i punti decisivi nei diversi set? Come riuscirà a tenere “in forma” l’aspetto psico-fisico di entrambe ruotandole in modo così frequente? E soprattutto: a fine torneo, vittoria o non vittoria, si riuscirà ad arrivare a un equilibrio con cui poi affrontare la qualificazione olimpica in perfetta sintonia fra tutte le parti? Questa forse è la domanda più pressante e decisiva per una squadra che, inutile nascondersi, può darci il primo oro olimpico nella storia del volley azzurro.