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Mondiali di atletica leggera: al via dal 19 agosto a Budapest. L’Italia punta sugli ori olimpici di Tokyo e sulle giovani promesse

Come per il nuoto, dove arrivavamo dai due anni migliori della nostra storia, anche per l’atletica leggera italiana i Mondiali che si disputeranno a Budapest sono carichi di aspettative. E il mondo avrà anche noi come avversari da superare, soprattutto in ottica Parigi 2024. Senza girarci troppo intorno: i due atleti italiani che tutti hanno nel mirino perché corrono per l’oro mondiale e olimpico del prossimo anno sono Marcell Jacobs, per i 100 metri, e Gianmarco Tamberi, per il salto in alto. Tamberi si avvicina all’appuntamento con l’unico titolo che gli manca in bacheca in una buona condizione fisica e con una discreta fiducia. Il salto a 2,34 realizzato dall’atleta marchigiano alla Diamond League di Chorzow è perfetto per arrivare in Ungheria pronto per sfidare il solito Mutaz Essa Barshim, arrivato a 2,36, e l’americano JuVaughn Harrison.

Altra storia per Jacobs che negli ultimi due è stato alle prese con molti infortuni. E gli sfidanti per la gara più iconica sono molti. Si va dal campione del mondo in carica Fred Kerley al britannico Zharnel Hughes, che ha il migliore tempo stagionale (9.83). Sono ben 38 gli atleti sotto i 10 secondi quest’anno. Jacobs è 203° in classifica con il suo modestissimo 10.21 di Parigi e dovrà lanciare un messaggio forte. Insieme ai due dioscuri dell’atletica leggera italiana, schiereremo altri due ori olimpici. Il primo è Antonella Palmisano, nella 20 km di marcia, che dopo un anno in cui aveva quasi deciso di smettere con l’attività agonistica, agli Europei ha dimostrato cosa voglia dire essere una campionessa olimpica: argento individuale e oro a squadre, con una prova meravigliosa. Il secondo è Massimo Stano, campione olimpico e mondiale che gareggerà sia nella 20 km che nella 35 km. Da osservare con attenzione anche Francesco Fortunato, in forma smagliante dopo aver vinto gli Europei a squadre nella 20 km. Per chiudere con gli ori olimpici, la staffetta 4×100 uomini. Se Jacobs ci sarà e sarà in forma, l’Italia potrà anche dire qualcosa per il podio. In caso contrario, cercheremo di raggiungere il miglior risultato possibile con Ceccarelli e Tortu, atteso a una finale dei 200 metri che sarebbe già un grande obiettivo.

Ma a Budapest avremo anche altre carte. Le prime due scintillanti, perché giovanissime. Larissa Iapichino ha vinto tre prove della Diamond League quest’anno: forte del suo 6.97 nel salto in lungo, non dovrà affrontare la migliore di tutte, la tedesca Mihaila Mihambo, alle prese con un serio infortunio. Il parterre sarà comunque di grande prestigio, con la giamaicana Ackelia Smith. atterrata a 7.08 in questa stagione. Ma le possibilità di ottenere una medaglia per Iapichino sono buone. L’altro giovane in attesa di stupire è Mattia Furlani, 18 anni e 6 mesi, che in questa stagione è arrivato secondo ai Giochi Europei e primo agli Europei Under 20. A Hengelo è atterrato a 8.24 (8.44 ventoso a Savona), ma gli avversari sono davvero tanti e forti, primo fra tutti il greco Miltiadis Tentoglou. Da tenere d’occhio anche ai due giovani indiani: Jeswin Aldrin e Murali Sreeshankar.

L’Italia ha buone possibilità anche nel settore lanci. Prima di tutto il getto del peso uomini con due outsider di livello, Zane Weir, quest’anno 22.15 a Vicenza, e Leonardo Fabbri, 21.80 a Molfetta. Tra le donne invece occhi puntati su Sara Fantini, quarta ai Mondiali di Eugene e terza agli Europei 2022 nel lancio del martello, e Daisy Osakue, argento ai Giochi Europei nel lancio del disco. Insieme a tutti questi nomi poi, tanta buona borghesia atletica, come Alessandro Sibilio nel 400 metri ostacoli, Yeman Crippa nei 1000 metri, Nadia Batocletti nei 5000 metri e i fratelli Zoghlami nelle siepi. Tutti da finale, dove potranno esprimersi al meglio possibile. In questi Mondiali, così vicini ai prossimi Giochi Olimpici, l’Italia può tornare a far brillare almeno alcune delle sue grandi stelle.