Politica

Salario minimo, al via la raccolta firme online delle opposizioni. Conte: “Potrete combattere con noi”. E il sito va in tilt: “Troppi accessi”

Una raccolta firme e un sito che, dicono i promotori, cede sotto il peso dei troppi accessi, segno, sostengono “dell’innegabile successo dell’iniziativa”. A due giorni dall’incontro con la premier Giorgia Meloni, le opposizioni tornano alla carica e lanciano una piattaforma online, salariominimosubito.it, e una petizione per promuovere la loro proposta di legge sul salario minimo. La richiesta ai cittadini è chiara: raccogliere quante più firme possibile, rivolte alla Camera dei deputati, per sostenere la rapida approvazione della proposta unitaria firmata da Alleanza Verdi e Sinistra, Azione, Movimento 5 stelle, Partito democratico e Più Europa. E ha fatto un certo effetto – per una “non alleanza” strutturata – che i leader di ciascun partito abbiano lanciato il loro invito ad aderire.

“Metti la tua firma a supporto di una retribuzione giusta e per il salario minimo!”, si legge nel titolo della raccolta firme. Nel testo i promotori ricordano l’articolo 36 della Costituzione, che dice “che chi lavora ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”, e il contenuto della proposta di legge unitaria delle opposizioni, ad eccezione di Italia Viva, che prevede che nessun lavoratore possa ricevere una retribuzione oraria inferiore ai 9 euro all’ora, “senza considerare tredicesima, quattordicesima, tfr, ecc, che devono essere in più”. La proposta, si legge ancora nel testo della petizione che invita a sottoscrivere l’appello, “rafforza la contrattazione collettiva, facendo valere per tutte le lavoratrici e i lavoratori di un settore la retribuzione complessiva prevista dal contratto collettivo firmato dalle associazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative. In questo modo si combattono i contratti ‘pirata’, le false imprese, le false cooperative e le esternalizzazioni che servono proprio a sottopagare i lavoratori”.

Il sito salariosubito.it, poche ore dopo il lancio della petizione, è andato in tilt “per i troppi accessi”, secondo quanto riferiscono i promotori, tornando raggiungibile solo dopo alcune ore. “Voglio ringraziare tutti i tecnici e i programmatori che hanno consentito il ripristino della petizione online salariminimosubito.it che, per i troppi accessi contemporanei era rimasta irraggiungibile per qualche ora – ha dichiarato in una nota il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli – Segno chiaro dell’innegabile successo dell’iniziativa. Ora dritti verso l’obiettivo della raccolta firme online e sulle spiagge e nelle città. Un diritto troppo importante per fermarci”.

Dalla piattaforma non è possibile vedere quante persone abbiano finora sottoscritto la petizione. Nell’homepage, però, vengono fornite alcune informazioni utili per chi vuole firmare: è possibile leggere integralmente la proposta di legge depositata dalle opposizioni e ci sono alcune Faq, domande comuni, con le relative risposte.

Appena lanciata la petizione è stata promossa via social da tutti i partiti coinvolti nella proposta di legge. A cominciare dal Pd. “Dopo mesi di battaglia in parlamento e fuori, siamo andati al confronto con il governo a difendere e spiegare la nostra proposta sul salario minimo, ma la destra frena, prende tempo e non ha nessuna proposta alternativa. 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori sono poveri anche se lavorano. Non possono aspettare”, hanno scritto i dem in un post su Facebook, ricondiviso anche da Elly Schlein. La segretaria Pd ha anche fatto un tweet invitando a firmare: “Se pensi che in Italia sia necessario fissare un salario minimo, mettici una firma! Abbiamo bisogno del vostro supporto”. “Ancora in queste ore, da alcuni esponenti di Governo è arrivata una netta chiusura al salario minimo legale – ha invece scritto Giuseppe Conte in un post, condividendo il link della piattaforma – Venerdì a Palazzo Chigi, dopo mesi di dibattito in Parlamento, la presidente Meloni non ha fatto nessuna controproposta: coinvolgere il Cnel di Brunetta, che peraltro in passato si è pubblicamente espresso contro questa misura, è solo un modo per gettare la palla in tribuna mentre 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori continuano a percepire paghe da fame”. “La nostra proposta di introdurre un salario minimo di 9 euro lordi l’ora è in Parlamento, e malgrado i tentativi della maggioranza di boicottarla non ci fermiamo! – si legge ancora nel post del leader del Movimento 5 stelle – Da oggi potrete combattere insieme a noi questa battaglia, firmando la petizione popolare che lanciamo ufficialmente oggi insieme alle altre forze di opposizione per far sentire al Governo la voce dei cittadini che non hanno voce, come i 20mila che lo scorso 17 giugno a Roma si sono radunati per dire ‘Basta vite precarie'”.

Mentre Nicola Fratoianni, di Alleanza Verdi Sinistra, ha pubblicato un video per invitare alla sottoscrizione: “Per dare forza a questa proposta di legge serve il contributo di tutte e tutti – ha scritto nella didascalia – Da oggi parte, online e nel paese, la raccolta firme. Perché le parole “lavoro” e “povero” non possano stare più nella stessa frase, salario minimo subito”. “Il salario minimo è una misura presente da anni in tutti i Paesi del G7. L’unica eccezione riguarda l’Italia. È ora di invertire la rotta e garantire a cittadini che lavorano, rispetto e dignità. È un principio di civiltà sancito dalla nostra Costituzione. Abbiamo presentato al Governo la nostra proposta. Ora sostienila anche tu, firma la petizione per il salario minimo subito”, ha scritto invece in un post Azione. Il post è stato rilanciato anche dal leader del partito, Carlo Calenda che ha parlato del salario minimo come di una “misura di civiltà in un paese dove la povertà lavorativa è già troppo diffusa”. “È importante firmare la petizione sul salario minimo per favorirne l’approvazione”, ha aggiunto.

Ma non solo call to action. Poche ore dopo il lancio, puntuali, sono arrivate anche le critiche da parte degli esponenti della maggioranza. In primis Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato in quota Lega: “Raccogliere firme serve solo a farsi notare e non a migliorare i salari dei lavoratori – ha affermato Centinaio – Se le opposizioni pensavano di uscire con una soluzione in tasca già dopo il primo incontro con il governo, o sono in malafede o non sanno come funziona la politica. Noi siamo perplessi sulla loro proposta di salario minimo, ma non abbiamo i paraocchi e siamo pronti a dialogare con partiti e parti sociali”. Il senatore ha quindi parlato di contrattazione collettiva: “In Italia ci sono già tante tipologie di contratto e possiamo confrontarci a partire da quelle, per dare più tutele e garanzie a chi ne ha poche o nessuna. Secondo noi, la strada principale per aumentare i salari resta la riduzione dell’Irpef, così da avvicinare il lordo pagato dalle aziende e il netto che finisce in tasca ai lavoratori”. Anche il vicepresidente del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Salvatore Sallemi è intervenuto sul salario minimo parlando con i Tg, senza però citare la petizione: “In Italia il problema non sono i bassi salari ma il lavoro povero conseguenza, come ha detto il presidente Meloni, di anni di mancata crescita. Su questo grazie al coinvolgimento del Cnel presenteremo una proposta credibile e non ideologica come il salario minimo, che unita alle misure che vareremo nella legge di Bilancio, consentirà di aiutare davvero i lavoratori”.

Anche il Fatto Quotidiano ha lanciato negli scorsi mesi, su IoScelgo, una petizione rivolta a tutti i cittadini per chiedere al governo di ripensarci e di introdurre la misura del salario minimo (QUI PER FIRMARE).