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Allontanata dal ristorante di lusso per colpa del tatuaggio sul collo: “Simboleggia famiglia, amore e felicità ma è stato ritenuto offensivo”

Una mamma australiana non viene fatta entrare nel locale di lusso per colpa del suo tatuaggio in vista: il suo sfogo sui social

Si reca al ristorante per festeggiare i 45 anni dell’amica ma le viene impedito di entrare per il tatuaggio sul collo in vista. Che determinati locali “in” abbiano un dress code per i clienti non è una novità, tuttavia ciò che è successo ad una mamma australiana ha dell’inverosimile. Cosa è accaduto? La sera del 5 agosto scorso Katie Hally è stata allontanata dal Burleigh Pavilion – ristorante elegante della Gold Coast – perché il suo tatuaggio raffigurante gli indeogrammi cinesi di “felicità, famiglia e amore” è stato reputato offensivo.

“Il cameriere ha detto: ‘Ci dispiace molto ma non possiamo farti entrare a causa dei tuoi tatuaggi sul collo. Chiamerò il manager per farti parlare con lui'”, ha raccontato la mamma di due figli al Gold Coast Bulletin. Hally sperava di avere modo di spiegare il significato dei disegni che dalla base della nuca le arrivano nella zona interscapolare, invece, le è stato semplicemente detto di andarsene. Così, desiderosa di festeggiare il compleanno dell’amica ha ingoiando il boccone amaro ed è andata a casa a cambiarsi prima di tornare al ristorante. Tuttavia, la donna non ha voluto lasciar correre e ha condiviso l’accaduto su Facebook. “Mi hanno negato l’ingresso @burleighpavilion Apparentemente i miei tatuaggi ‘collo’ del 2010 che significano Famiglia, Amore e Felicità sono troppo offensivi o intimidatori nel 2023″, ha scritto in didascalia del post.

La replica dei proprietari non si è fatta attende e sempre sui social hanno spiegato: “Gli ospiti con dei tatuaggi sono i benvenuti nel nostro locale tuttavia, la nostra policy non permette tatuaggi, abbigliamento o comportamenti che possano essere considerati aggressivi o mettere a disagio gli altri avventori. I tatuaggio sul collo, la testa o la faccia da noi sono considerati aggressivi e intimidatori”.