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Niger, salta l’incontro tra golpisti e delegati dei Paesi africani. La giunta rompe i rapporti con Francia, Nigeria, Togo e Stati Uniti

I golpisti del Niger chiudono a qualsiasi dialogo diplomatico. Nella giornata di venerdì la delegazione della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas), arrivata nel Paese per incontrare l’autoproclamato leader Abdourahaman Tchiani e il presidente destituito Mohammed Bazoum, è tornata a casa senza nemmeno aver svolto i meeting. Mentre i nuovi padroni del Paese, dove ieri si sono svolte altre manifestazioni a sostegno del colpo di Stato, hanno annunciato di aver interrotto tutti i rapporti diplomatici con Francia, Nigeria, Togo e Stati Uniti: “Le funzioni degli ambasciatori straordinari e plenipotenziari della Repubblica del Niger in Francia, Nigeria, Togo e Stati Uniti sono cessate”, ha annunciato un portavoce dei golpisti, Amadou Abdramane. E hanno poi chiarito che la giunta risponderà immediatamente a qualsiasi “aggressione o tentativo di aggressione” da parte dei Paesi dell’Africa occidentale: “Ci sarà una risposta immediata e senza preavviso da parte delle forze di difesa e sicurezza nigerine su uno dei membri ad eccezione dei Paesi amici (Burkina Faso e Mali)”. Secondo quanto riportato da ActuNige, i ribelli attualmente al potere hanno comunque annunciato la revoca del coprifuoco imposto il 26 luglio subito dopo il rovesciamento del presidente Bazoum.

Posizione dura che spinge verso un’escalation, visto l’ultimatum lanciato dall’Ecowas, che non ha escluso l’intervento militare, in scadenza il 6 agosto. Anche a questo proposito il presidente della Nigeria, Bola Tinubu, ha scritto al Senato per informarlo della proposta di azione militare e di altre sanzioni e citando il “rafforzamento militare e il dispiegamento di personale per l’intervento militare” per “costringere la giunta militare in Niger all’obbedienza se dovesse mostrarsi riluttante” a ripristinare al suo posto il presidente deposto.

Proprio secondo Bazoum, che ha rilasciato una dichiarazione pubblica al Washington Post dicendo di “scrivere come ostaggio”, il colpo di Stato potrebbe avere conseguenze “devastanti” per il mondo e portare l’intera regione del Sahel sotto “l’influenza” della Russia attraverso i mercenari del gruppo Wagner. Il presidente deposto ha ribadito che “il Niger è sotto attacco da parte di una giunta militare che sta cercando di rovesciare la nostra democrazia, e io sono solo uno delle centinaia di cittadini arbitrariamente e illegalmente imprigionati. I golpisti affermano falsamente di aver agito per proteggere la sicurezza del Niger. Affermano che la nostra guerra contro i terroristi jihadisti sta fallendo e che il mio governo economico e sociale, comprese le partnership con gli Stati Uniti e l’Europa, ha danneggiato il nostro Paese”, ha aggiunto. Lanciando infine un appello: “Chiedo al governo americano e all’intera comunità internazionale di contribuire a ripristinare l’ordine costituzionale”.

Negli scorsi giorni si sono susseguite le pressioni della comunità internazionale affinché venga ripristinato il governo democraticamente eletto. La Banca Centrale ha annunciato la cessazione delle sovvenzioni al Paese, coerentemente con la scelta dei Paesi occidentali di congelare i fondi per la cooperazione allo sviluppo. Italia e Francia hanno deciso di evacuare i propri cittadini e la Spagna ha appena inviato un proprio velivolo dell’aeronautica per prelevare gli spagnoli presenti sul territorio.

Annullati inoltre gli accordi militari con Parigi. “Di fronte all’atteggiamento disattento della Francia e alla sua reazione alla situazione, il Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria ha deciso di rottamare gli accordi di cooperazione nel campo della sicurezza e della difesa con questo Stato”, hanno annunciato i golpisti dopo aver criticato alcuni accordi tra Niamey e Parigi sullo “stazionamento” delle truppe del distaccamento francese e sullo “status” dei soldati presenti nell’ambito della lotta al jihadismo. Netta la risposta di Parigi: “Solo le legittime autorità nigerine dispongono della facoltà di poter annullare gli accordi di cooperazione militare tra Niamey e la Francia” ha dichiarato la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna ribadendo che queste autorità “sono le uniche riconosciute dalla Francia come dall’insieme della comunità internazionale”.

Da Berlino, un portavoce del ministero degli Esteri ha dichiarato che il governo tedesco non è al momento “a consocenza” di un eventuale ruolo della Russia nel colpo di Stato ricordando inoltre che nel Consiglio di sicurezza dell’Onu Mosca si è espressa in difesa del governo democraticamente eletto in Niger. Per quanto siano presenti forze di sicurezza russe, oltre ai mercenari del gruppo Wagner, in Paesi vicini al Niger, come Mali e Burkina Faso, al governo tedesco non risultano attualmente indicazioni che queste forze abbiano “avuto un ruolo nel golpe” e che ci sia stata una “grossa pianificazione” dietro al colpo di Stato, spiegano dal ministero. Tuttavia, ha ricordato il portavoce, in seguito al golpe in Niger è aumentata la disinformazione a favore di Mosca e sono state avvistate bandiere russe.

Da parte sua, rispondendo all’appello di Bazoum affinché la comunità internazionale si mobiliti, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che “è poco probabile che un intervento di forze extraregionali possa cambiare in meglio la situazione. Stiamo seguendo questa situazione con molta attenzione e in particolare siamo preoccupati per la tensione che sta aumentando nelle regione e continuiamo a difendere il rapido ritorno alla via costituzionale senza nessun danno o minaccia per la maggioranza delle vite umane”, ha spiegato.