Politica

Centro sperimentale di cinematografia, approvato l’emendamento che riforma la governance. Gli studenti protestano, l’opposizione insorge

Una piccola rivoluzione che agita il mondo del cinema e innesca la reazione dell’opposizione. Perché il sospiro di sollievo del mondo del cinema è durato solo qualche ora. Momentaneamente accantonato ieri, è stato riformulato e approvato martedì mattina dalla maggioranza in commissione Affari costituzionali e Lavoro alla Camera, con 28 sì a fronte di 19 voti contrari, l’emendamento della Lega al decreto che riforma la governance del Centro sperimentale di cinematografia. Una approvazione che azzera gli attuali vertici portando in particolare sotto il controllo del governo il Comitato scientifico dell’istituzione: il presidente e tre dei componenti verranno designati dal ministero della Cultura, un componente a testa sarà indicato dai ministri dell’Istruzione, dell’Economia e, new entry nell’ultima versione della norma, dal dicastero dell’Università.

La modifica presentata ha innescato la presa di posizione degli alunni della Fondazione, che da giorni stanno protestando per “difendere la sua autonomia“. In un comunicato si legge che tale emendamento, “non a caso pubblicato nel mezzo dell’estate, mira a incrementare il controllo sul Centro Sperimentale di Cinematografia, mettendo a repentaglio la sua autonomia da influenze politiche più che mai dirette”. La proposta di modifica, votata nella seduta di oggi, è stata presentata da Igor Iezzi, capogruppo della Lega in Commissione Affari costituzionali, insieme ad altri colleghi, ed è stata in poi sottoscritta dal presidente della commissione cultura Federico Mollicone di Fdi.

Analizzando nel merito le modifiche che questo emendamento apporterebbe, oltre all’incremento del numero dei componenti del Consiglio di amministrazione della Fondazione, verrebbe abrogata, fra le competenze del Cda, la nomina del Comitato scientifico. In base all’emendamento della Lega, questa facoltà passerebbe in capo al ministero della Cultura. Nel testo si legge: “Il Comitato scientifico è nominato con decreto del ministro della Cultura ed è composto dal presidente, indicato dal medesimo ministro, e da sei componenti, designati, rispettivamente, tre dal ministro della Cultura, uno dal ministro dell’Università e della Ricerca, uno dal ministro dell’Istruzione e del merito ed uno dal ministro dell’Economia e delle finanze”. Inoltre, il Comitato scientifico, oltre al mantenimento delle competenze attuali, ne assumerebbe di nuove e importanti a proposito della formulazione di proposte e pareri, fino ad oggi rimaste competenza esclusiva del Cda. Fra queste ci sono poteri decisionali e di indirizzo in merito a: programmi e indirizzi di carattere didattico della Scuola nazionale di cinema, attività della Cineteca nazionale, attività di formazione, di ricerca e di diffusione della cultura cinematografica ed espressione di pareri sulle “attività di formazione, di ricerca e di diffusione della cultura cinematografica”. Inoltre, denunciano sempre gli studenti, la remunerazione economica del Comitato scientifico passerebbe sotto gestione diretta dello Stato, aprendo dunque al rischio concreto di ricatto economico e politico per i suoi membri. In conclusione, l’emendamento precisa che “alla costituzione del Consiglio di amministrazione della fondazione e del Comitato scientifico, si provvede entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione. Fino a tale costituzione restano in carica il precedente Consiglio di amministrazione e il precedente Comitato scientifico”.

L’opposizione insorge. “Giù le mani dal cinema e dai luoghi di cultura” dice la segretaria del Pd Elly Schlein, che aveva convocato una conferenza stampa con gli studenti del Centro, accanto ai quali si sono mobilitati nei giorni scorsi tanti big, da Paolo Sorrentino a Wim Wenders, da Mario Martone a Matteo Garrone, da Alice Rohrwacher a Paola Cortellesi. “Il governo Meloni volta le spalle alle istanze dei giovani, degli studenti, agli appelli del mondo del cinema e della cultura”, scrive sui social il presidente M5s Giuseppe Conte. “La lottizzazione peggiora, ampliando da 3 a 4 i ministeri protagonisti del futuro spoil system”, aggiungono i componenti pentastellati della commissione Cultura. Solidarietà agli studenti anche da Nicola Fratoianni, deputato di Avs e segretario di Sinistra italiana, e di Azione, che con Valentina Grippo promette “un emendamento in Aula”. Protestano anche i 100Autori, puntando il dito contro “il nauseante doppiogiochismo e l’opacità con la quale questo governo e i suoi esponenti hanno orchestrato, protetto e portato a goal l’emendamento contente la riforma del Centro”.

La maggioranza respinge le critiche. “Sorprendono le accuse di Pd e M5s. Nessuno di loro parlava di indipendenza e lottizzazione quando Franceschini nominava gli attuali vertici o escludeva chi era targato Pd”, replica il capogruppo della Lega in commissione Affari costituzionali, Igor Iezzi, primo firmatario dell’emendamento. Per Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura di Montecitorio e co-firmatario, “il Parlamento, che è sempre sovrano, ha ampliato l’organismo di amministrazione, colmando l’omissione fino ad oggi incomprensibile dell’Università e dell’Istruzione, ampliando anche le finalità del Centro fino all’interazione con i nuovi settori e le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale. Nessuna lottizzazione ma vera valorizzazione del merito”.