Prove su strada

Hyundai Kona, la prova de Il Fatto.it – Lo sport utility ibrido cresce e matura – FOTO

B-Suv. Sembra la categoria di film che piacciono a Quentin Tarantino (e spesso lo ispirano) è invece è il segmento di mercato più cool che ci sia. Se non hai una B-Suv di senti quasi in colpa, visto che la categoria l’anno prossimo potrebbe valere il 30% delle immatricolazioni totali in Italia. Peccato che le macchine che qualche tempo fa erano di fatto la derivazione un po’ rialzata e dal look vagamente fuoristradistico delle utilitarie, oggi sono vetture dai 30 mila in su e molto, molto più lunghe della prima Golf disegnata da Giugiaro (che faceva quattro metri metri tondi). Beh, magari non è una regola ma è quel che succede con la nuova Huyndai Kona, che abbiamo potuto provare tra una Milano oggetto di un temporalone monsonico e il lago d’Orta che ci accolto con un pallido sole e poi salutato con bombe d’acqua uguali a quelle di Milano. Condizioni che ci hanno permesso di verificare per bene soprattutto un aspetto: sicuramente nella nuova Kona non entra l’acqua, neppure quando piove fortissimo.

La B-Suv della marca asiatica è cresciuta sotto tanti punti di vista: una spanna in lunghezza e un botto alla cassa. Pensate che la versione benzina della prima generazione, spinta da un mille tre cilindri, si presentò nel 2018 con prezzi a partire da 18.450 euro. Oggi, la nuova Kona col motore benzina, sempre un millino tricilindrico, si presenta con un prezzo d’attacco di 28.500 euro. Colpa del Covid? Dell’inflazione? Di Vladimir Putin? Chissà. Certo un bel salto in alto, degno del miglior Gimbo Tamberi. Nonostante ciò, la Hyundai pone grandi aspettative commerciali sulla Kona: nel 2024, primo anno pieno di attività della seconda generazione, punta a venderne 12.500 in Italia.

Capitolo dimensioni: passano dai 4,17 metri della Kona prima serie ai 4,38 metri dell’odierno allestimento N Line, che siccome deve dare idea di essere più sportivello ha griglia, prese d’aria e parafanghi più aggressivi (oltre che gli immancabili dettagli interni in contrasto rosso e la pedaliera in metallo). X Line, allestimento basico ma già ricco di contenuti, e X Cline, allestimento chic, sono lunghe 4,35 metri. La lievitazione del passo e della lunghezza totale hanno ovviamente migliorato lo spazio a disposizione all’interno, sia per la capoccia che per le gambe e per i borsoni e le valigie stivabili nel bagagliaio da 466 litri.

Due cosette non sono affatto cresciute, e in un caso trattasi di notizia eccellente e nell’altro di notizia neutra. I consumi infatti sono calati, e appaiono interessanti soprattutto per la versione full hybrid, che sarà il cuore di mamma e di gamma della vettura in arrivo tra pochi giorni nelle concessionarie, partendo da un prezzo di 34.500 euro. Andando da Milano al lago d’Orta, nel Novarese, abbiamo consumato 16,2 km al litro. Al ritorno, affrontato con un ritmo più nervosetto e attraversando un po’ di paesetti per aggirare una coda in autostrada, il display ha indicato 15 km al litro.

La notizia… neutra riguarda invece la velocità massima: la vecchia Kona benzina toccava i 181 orari di punta, la nuova si ferma a 180. La full hybrid col cambio automatico della velocità di punta se ne fa un baffo: 165 km/ora. Non è una macchina da smanettoni, chiaro? Qui si punta sulla comodità, sui consumi contenuti, sulla connettività estrema, sulla sicurezza attiva offerta da moltissimi sistemi di controllo. Compreso quel simpatico impiccione dell’ICC (in-camera cabin) che, nel nostro test, ci ha segnalato spesso che il guidatore avrebbe avuto bisogno di un caffè. Avessimo avuto tempo, ci saremmo fermati all’autogrill. Ma, anziché bere il caffè, di cui in effetti non avevamo alcun bisogno, avremmo provato a disattivarlo.