Politica

L’Istituto di storia della Liberazione a un passo dalla fine per 50mila euro. Ma Regione Marche a guida Fdi fa resistenza: “Troppi soldi”

La giunta regionale delle Marche, guidata da Fratelli d’Italia, non copre da due anni i costi a rendicontazione dell’Istituto di Storia delle Marche di Ancona, una volta conosciuto come Istituto di Storia del Movimento di Liberazione. E così, per una cifra che si aggira tra i 50 e i 70mila euro, un pezzo di memoria della Resistenza e di patrimonio culturale del territorio rischia di scomparire assieme ai suoi 40mila volumi. Adesso l’ultimo appello affinché Palazzo Raffaello trovi quelle risorse e le inserisca nella variazione di bilancio prevista entro il mese di luglio: “Non ne facciamo una questione politica, ma solo di sopravvivenza – spiega Roberto Giulianelli, vicepresidente dell’Istituto – Con quella cifra, davvero irrisoria, copriamo le spese correnti, le manutenzioni, le iniziative culturali e le attività di ricerca e paghiamo due stipendi: un archivista professionista e una segretaria”.

La direzione? “I nostri incarichi sono a titolo gratuito. La faccenda è seria, molto seria. Se la Regione non troverà quei fondi all’interno della variazione di bilancio non ci resta che consegnare le chiavi alla giunta che poi dovrà farsene carico in qualche modo”. Dopo il Covid, spiega Giulianelli, dovevano partire i lavori per la nuova sede (quella vecchia si trovava nel rettorato del Politecnico delle Marche, palazzo storico inagibile dopo il sisma del 2016, ndr), ma non si è mosso nulla: “Da allora abbiamo due stanze di rappresentanza in un palazzo dell’amministrazione comunale di Ancona, mentre il materiale librario, non fruibile, è stoccato in un deposito fuori città”. Non è la prima volta che la giunta Acquaroli mostra la sua scarsa affinità alle faccende della Liberazione e della barbarie nazifascista. Prima il disimpegno dal progetto delle Pietre d’Inciampo, adesso la mancata copertura economica di un pezzo fondamentale della memoria storica del territorio locale.

La Regione, contattata da Ilfattoquotidiano.it lascia aperto uno spiraglio. Non tutto sembra perso, ma sicuramente ridimensionato: “L’ISM sta chiamando il mondo intero e adesso si è rivolto pure ai mezzi di informazione – attacca l’assessore al Bilancio della Regione Marche, Goffredo Brandoni – Come ho già detto loro, coprire la cifra richiesta, 50mila euro circa, sarà impossibile, ma stiamo cercando di fare di tutto per inserire comunque delle risorse nella variazione di bilancio che verrà presentata entro la metà del mese. I vertici dell’istituto sono scettici, ma credo che ci siano possibilità di elargire il contributo, se dovessi fare una scommessa direi 51 a 49, ma non alle cifre che chiedono loro”. La delibera – aggiunge Brandoni – dovrà prima essere presentata in commissione, portata in consiglio e votata al netto di emendamenti e modifiche dell’ultima ora.

L’importo eventualmente riconosciuto all’Istituto di Storia delle Marche per il 2023 sarà fondamentale per capire il suo futuro. A fronte di una somma inferiore alla metà rispetto al minimo richiesto sarebbe comunque molto difficile portare avanti il progetto e pensare alla sistemazione nella nuova sede, quando sarà. Con il suo patrimonio librario l’ISM possiede la più fornita biblioteca di storia contemporanea delle Marche. A questa aggiunge un’emeroteca storica formata da circa 2.000 testate, più una preziosa raccolta di numeri unici marchigiani stampati nel Novecento. A ciò somma, infine, circa 1.300 fascicoli di documenti che compongono un archivio riconosciuto nel 1992 dalla Soprintendenza archivistica delle Marche come ‘Archivio di notevole interesse storico’. Nel 2001 l’Istituto ha ottenuto, per decreto ministeriale, il riconoscimento di agenzia formativa ed è dunque ente accreditato a svolgere attività di formazione all’interno delle scuole.