Giustizia & Impunità

Uccise due fidanzati perché “erano felici”, l’ergastolo per Antonio De Marco diventa definitivo

Tre mesi fa in appello era stato confermato l’ergastolo Antonio De Marco, lo studente 23enne reo confesso di avere ucciso il 21 settembre del 2020 l’arbitro leccese Daniele De Santis e la sua fidanzata Eleonora Manta con 60 coltellate perché “erano felici”. Quel verdetto non è stato impugnato in Cassazione e quindi la sentenza è diventata definitiva. I legali di De Marco, Giovanni Bellisario e Andrea Starace, hanno rinunciato a presentare ricorso alla Suprema corte e oggi scadevano i termini per poterlo presentare. Fu lo stesso De Marco poche settimane fa, in un colloquio con i due avvocati nel carcere di Lecce, a esprimere la propria contrarietà a ricorrere all’ultimo grado di giudizio.

I due fidanzati furono massacrati nella loro abitazione la sera del 21 settembre 2020. Il duplice omicidio avvenne nella casa di via Montello, a Lecce, dove lo stesso giorno i due fidanzati erano andati a vivere insieme da soli e che per mesi avevano condiviso con De Marco. Lo studente aveva lasciato l’appartamento ad agosto, restando a Lecce. Dopo il trasferimento aveva iniziato a pianificare l’omicidio. Arrestato il 28 settembre, aveva confessato: “Li ho uccisi perché erano troppi felici e per questo mi è montata la rabbia”. L’accusa – rappresentata dalla pm Maria Consolata Moschettini – contestava l’omicidio volontario premeditato aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. I suoi difensori avevano invece invocato l’incapacità di intendere e di volere. L’omicida non ha mai dimostrato alcun tipo di pentimento.

Nel gennaio del 2021 in un cestino dei rifiuti della sua cella erano stati trovati alcuni appunti: “Se fossi all’esterno il mio impulso di uccidere sarebbe ritornato” aveva scritto De Marco. “Questo omicidio poi è la cosa che più mi spezza: una parte di me prova dispiacere (ma solo quello), un’altra è contenta….sì! È felice di aver dato 60 coltellate, poi c’è un’altra parte che avrebbe voluto fare una strage, come se fosse stata una partita a G.T.A.… (il videogioco Grand Theft Auto, nda)”, si legge negli appunti ritrovati in mille pezzi. “Certe volte sento di essere un vero e proprio mostro e la cosa peggiore è che sento che ad una parte di me piace questa idea…”, scrive ancora De Marco. De Marco torna anche sulle motivazioni del gesto del quale si è autoaccusato: “Io ho ucciso Daniele ed Eleonora perché volevo vendicarmi: perché la mia vita doveva essere così triste e quella degli altri così allegra?”.