Scienza

Il paradosso delle notti in bianco per chi soffre di depressione: “Può ridurre i sintomi”

Può sembrare paradossale, ma una notte in bianco può ridurre rapidamente i sintomi della depressione, anche se in maniera transitoria. A confermarlo è un nuovo studio appena pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnass). È noto che la mancanza di sonno o un sonno irregolare provochino diversi disturbi a breve termine e danni alla salute a lungo termine, mentre poco noto è la sua efficacia contro la depressione. Ad indagare questa insolita relazione è un team di ricercatori internazionale composto da diverse Università, tra cui la Shanghai International Studies University, la Università della Pennsylvania e la Facoltà di Medicina della Indiana University.

L’indagine è stata condotta grazie all’uso della tecnica di imaging cerebrale, in due esperimenti, nei quali gli esperti hanno coinvolto complessivamente un totale di 84 partecipanti, sia sani che con disturbo depressivo maggiore. I ricercatori hanno scoperto che una notte di totale privazione del sonno provoca uno stato d’animo negativo nei partecipanti sani, ma riduce i sintomi depressivi nel 43% dei partecipanti con disturbo depressivo. Nell’articolo, il team di autori ha suggerito una possibile spiegazione del fenomeno: l’umore elevato, dopo la totale privazione del sonno, potrebbe essere dovuto a una maggiore connettività tra l’amigdala del cervello e le strutture della corteccia cingolata anteriore, suggerendo che il miglioramento di tale connettività può produrre rapidi effetti antidepressivi.

In realtà, questo collegamento tra sonno e depressione non è una scoperta recente ma affonda radici scientifiche nel passato. Quasi 200 anni fa, uno psichiatra tedesco di nome Johann Christian August Heinroth sperimentò con successo la privazione del sonno come trattamento per quella che all’epoca chiamò “malinconia”. Negli ultimi decenni il fenomeno è diventato un’importante area di studio per gli psicologi ed è stato sviluppato un processo chiamato Wake Therapy per alleviare rapidamente i principali sintomi depressivi e avviare il trattamento con farmaci antidepressivi. Più tardi, una meta-analisi di un team dell’Università della Pennsylvania pubblicata nel 2017, esaminò oltre 30 anni di studi sullo strano fenomeno e concluse che la privazione del sonno avrebbe potuto provocare effetti antidepressivi fino al 50% delle persone. Ma i ricercatori avvertono: anche se questa nuova analisi rafforza la correlazione positiva tra la privazione del sonno e una riduzione dei sintomi depressivi, questo non è uno spunto per i malati per iniziare a saltare il sonno tutte le notti. La privazione del sonno può certamente aiutare ad alleviare gli effetti di un episodio depressivo acuto, ma l’interruzione del sonno a lungo termine non è raccomandata, aggiungono gli esperti. In conclusione, dicono gli autori, sono ancora necessarie ulteriori ricerche per capire come la privazione del sonno si traduca effettivamente in questo effetto positivo, ma ci sono speranze che ciò possa portare allo sviluppo di nuovi farmaci in grado di replicare l’effetto senza costringere un paziente a sacrificare una buona notte di sonno.

Lella Simone