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Hunter Biden patteggia: il figlio del presidente Usa si dichiara colpevole di due reati fiscali e possesso illegale di una pistola

Hunter Biden, il 53enne tormentato secondogenito del presidente degli Stati Uniti, ha raggiunto un accordo preliminare con i procuratori federali per dichiararsi colpevole di due reati minori di evasione fiscale e di uno legato al possesso di una pistola, in base a condizioni che gli eviterebbero il carcere. E’ quanto riferisce il Washington Post. Il patteggiamento deve però essere ancora approvato da un giudice federale.

Il figlio di Joe Biden è da tempo bersaglio di una campagna al vetriolo dei Repubblicani in vista delle elezioni del 2024: in questo caso l’indagine – aperta nel 2018 – riguardava un’incompleta dichiarazione dei redditi, un’accusa per aver sovrastimato delle spese, e un’altra riguardante l’acquisto di un’arma non regolarmente dichiarata. I difensori di Biden – come riporta il Washington Post – hanno sostenuto che Hunter è un tossicodipendente in recupero accusato di reati relativamente minori, il tipo di caso che in genere non sarebbe perseguito dalle autorità federali. Per il legali, pertanto, questa indagine sarebbe stata archiviata da tempo se non fosse stato il figlio del presidente.

Secondo quanto anticipato, l’accordo, negoziato dal procuratore del Delaware che era stato nominato ai tempi di Trump, Hunter si dichiarerà colpevole di due reati fiscali minori relativi al mancato pagamento di tasse per il 2017 e 2018, per una somma totale di circa 1,2 milioni di dollari. L’altro reato è il possesso illegale di un’arma acquistata nel 2018, nonostante i suoi problemi di dipendenza da cocaina che gli avrebbero, se dichiarati, impedito di possedere un’arma.

“Sono anche un alcolista e un drogato. Ho comprato crack sulle strade di Washington Dc e cucinato la mia in un bungalow di un hotel a Los Angeles”, scriveva lo stesso Hunter in Beautiful Things, biografia scritta durante la campagna presidenziale di Donald Trump e pubblicata due anni fa. Sempre nel libro dove Hunter parla della sua dipendenza e della sua vita privata, il secondogenito del presidente Usa sottolineava: “Trump credeva di potere distruggere me e di conseguenza mio padre”.