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Intercettazioni, lite Sisto-Sabella a La7. “Lei dice cose folli”. “Ma lei mi deve insegnare il mio mestiere? Mi faccia finire, porca vacca”

Scontro rovente a Tagadà (La7) tra il magistrato Alfonso Sabella e il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto sulla stretta alle intercettazioni pubblicabili sui giornali nel ddl Nordio.
La conduttrice Tiziana Panella chiede al parlamentare di Forza Italia se potremo ancora leggere intercettazioni come quelle delle frasi violente pronunciate dai poliziotti indagati a Verona.
Sisto risponde: “Secondo la nuova legge, il giudice diventa il metronomo per stabilire quello che è strettamente connesso al reato. Noi abbiamo affidato al giudice il compito di dirci quali sono le intercettazioni pubblicabili“.
E questa è la trappola – commenta Sabella – E spiegherò il perché”.
Sisto protesta perché interrotto, poi spiega che la scelta del governo Meloni è quella di evitare “il Bronx delle intercettazioni”.

Quando è il suo turno, Sabella spiega: “È una trappola perché il giudice sarà soggetto a tutte le critiche possibili e immaginabili. Faccio un esempio: c’è un processo per narcotraffico internazionale per cui ho migliaia e migliaia di pagine di intercettazioni, che sono in grosso modo tutte utili. A questo punto – continua – io giudice ho due alternative: o mi chiudo in casa 2 anni e mi metto a fare la sintesi di quelle intercettazioni in modo che nessuno possa pubblicarle. Oppure, come si fa normalmente, le prendo tutte e le calo nella mia ordinanza”.
Sisto lo interrompe: “Ma è assurdo! Lei deve scegliere le intercettazioni utili, non calarle tutte. Non è questo il suo compito. Questa è folle proprio. Mi auguro che sia soltanto lei che fa così“.
Sabella cerca di spiegare ma viene più volte fermato dalle lamentele di Sisto. Così sbotta: “Sì, siamo delinquenti. Ma mi fa finire? Porca vacca, mi faccia finire!”.
“Urli, urli”, ribatte Sisto.
“Non è urlo – replica il magistrato – Ma lei mi deve insegnare il mio mestiere? L’ho fatto sempre con disciplina e onore”.