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Giustizia, il governo approva la riforma e la dedica a Berlusconi. Meloni di nuovo assente in conferenza stampa

Il governo ha approvato la riforma della giustizia presentata dal ministro Carlo Nordio e l’ha dedicata a Silvio Berlusconi. Il via libera è stato annunciato nel corso di una conferenza stampa condotta dal forzista Antonio Tajani. Assente, ancora una volta, Giorgia Meloni: la presidente del Consiglio non ha più partecipato a una conferenza stampa da quella dopo la strage dei migranti a Cutro. E mentre i suoi ministri illustravano le misure al limite della commozione, la premier diffondeva comunicati e foto del suo incontro pomeridiano con Elon Musk. Nessun commento invece, sulla riforma della giustizia. A incontrare i giornalisti sono stati, oltre a Nordio e Tajani, anche i ministri Andrea Abodi (Sport e Giovani), Raffaele Fitto (Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr) e Paolo Zangrillo (Pubblica Amministrazione).

Il ddl che interviene sulla giustizia, fortemente criticato dall’Associazione nazionale magistrati, prevede tra le altre cose: l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, la riduzione ai minimi termini del traffico di influenze, l’introduzione di limiti alla pubblicazione di intercettazioni (e alla possibilità di citarle negli atti), l’inappellabilità delle sentenze di proscioglimento per una serie di reati. E soprattutto, prevede un depotenziamento delle misure cautelari a tutto vantaggio dei colletti bianchi, che andranno avvisati almeno cinque giorni prima dell’esistenza di una richiesta di arresto nei loro confronti per l’interrogatorio.

Dopo l’introduzione di Tajani, che ha voluto ricordare l’ex presidente del Consiglio morto lunedì scorso, ha preso la parola il Guardasigilli. E rivolgendosi alle opposizioni e al Parlamento, ha chiesto un’approvazione rapida e ha liquidato le contestazioni definendole semplicemente “emotive”: “Spero che l’approvazione della riforma avvenga nel più breve tempo possibile. Mi auguro che l’opposizione sia fatta in termini razionali e non emotivi. Il Parlamento deve essere disposto ad ascoltare. Il mio auspicio è che si argomenti con le ragioni del cervello”. Di emotivo in realtà, c’è stata soprattutto la citazione ripetuta di Silvio Berlusconi. Da parte di Tajani e da parte dello stesso Nordio. “La sorte ha voluto”, ha detto il ministro della Giustizia, “che l’approvazione coincidesse con il decesso dell’ex premier e l’unico rammarico che possiamo avere è il fatto che una persona di grande spessore politico che ha segnato la storia del Paese non abbia potuto assistere al primo dei tanti passaggi che avremo per realizzare una giustizia giusta”. Tajani ha quindi rincarato: “Ho voluto ricordare” in Cdm “l’umanità di questo uomo che si è battuto sempre per gli ideali in cui credeva, checché ne possano dire i detrattori: uno di questi era la giustizia giusta per ogni cittadino che potesse essere giudicato con le regole e le garanzie che in una democrazia spettano ad ognuno di noi. Berlusconi sarebbe soddisfatto se fosse qui ad ascoltare le parole del ministro Nordio”.

Entrando nel merito del provvedimento, Nordio ha difeso il suo testo e rivendicato le singole misure introdotte. “Ho sentito inesattezze sul vuoto di tutela che si realizzerebbe con l’abolizione dell’abuso d’ufficio che non c’è affatto”, ha detto il ministro, “il nostro arsenale è il più agguerrito d’Europa“. Per Nordio non c’è neanche “un bavaglio alla stampa”. In realtà, le cose cambiano eccome. Con la riforma non potranno più essere pubblicate infatti, nemmeno le conversazioni citate nelle richieste di misure cautelari del pubblico ministero. E lo stesso Ordine dei giornalisti ha espresso preoccupazione: “Rischia di costituire un ostacolo al diritto dei cittadini di essere informati su eventi di rilevante interesse pubblico”, si legge. Per Nordio non c’è niente di tutto questo, e anzi: “Con il sistema delle intercettazioni si sono raggiunti livelli di quasi imbarbarimento“, ha detto.

La riforma deve ancora iniziare il percorso in Parlamento e ha già ricevuto numerose critiche. E proprio oggi c’è stato un botta e risposta tra l’Associazione nazionale magistrati e il Guardasigilli, per il quale “un magistrato non può criticare le leggi, come secondo me politico non potrebbe criticare le sentenze”. Quindi ha detto: “Questa è la democrazia e non sono ammesse interferenze”. Immediata la replica dell’Anm: “Dare un contributo tecnico sulle riforme non è interferire”. Le proposte del governo dividono anche le opposizioni, con il Pd e M5s fermamente critici, Azione convintamente a favore, mentre per Più Europa ha “punti condivisibili”. Mostrano inoltre uno sfasamento all’interno del Pd tra le posizioni dei vertici nazionali e quelle degli amministratori. La segretaria Elly Schlein, infatti, si è detta contraria all’abrogazione dell’abuso d’ufficio “siamo però dell’idea intervenire sulla fattispecie per delinearla”. Mentre Matteo Ricci, coordinatore del sindaci dem, lo ritiene “un fatto positivo e una battaglia vinta dai sindaci italiani”. Così come il governatore della Puglia Michele Emiliano, per il quale “si può cambiare senza rischi per indagini”. Di tutt’altro avviso il leader M5s Giuseppe Conte, per il quale vengono limitati gli “strumenti contro il malaffare”. Per la segretaria dem Elly Schlein “preoccupa che si utilizzi la morte di Berlusconi per una soluzione sbilanciata“.

Nordio ha portato in Cdm solo le misure su cui è sicuro di trovare subito convergenza, ‘spacchettando’ il suo progetto di “rivoluzione della giustizia in senso garantista”, annunciata sin dall’inizio del suo mandato. Infatti, ha ribadito, in un secondo momento “cambieremo anche la Costituzione”: “Nostro obiettivo”, ha sostenuto e ripetuto in conferenza stampa, “è portare a compimento l’idea liberale e garantista dell’eroe della Resistenza, grande socialista, il professor Vassalli”. Riguardo ai tempi per concludere questo suo progetto, ha concluso, lo “faremo secondo me entro la prima metà della legislatura”.