Società

In Val di Susa gli agenti difendono un parcheggio vuoto. E intanto la Francia rimanda la Tav

Hai letto bene. Neppure il governo dei 5 Stelle e del Pd ha avuto il buon senso di cancellare l’assurdità di difendere, con un imponente schieramento di mezzi e di agenti di Polizia, il N U L L A. Uno spiazzo di circa 68mila metri quadrati di parcheggio che nessuno utilizza, destinato a diventare un autoporto. Costerà circa 47 milioni di euro, dei quali ben 5 solo per la security, e andrà a sostituire quello già esistente a Susa, distante meno di 15 km.

Dal 2021 decine di agenti lo proteggono giorno e notte, anche se non servirà assolutamente a niente ancora per anni. Più volte al giorno una colonna di mezzi porta decine di agenti a sostituire quelli che, dopo aver difeso il niente, finalmente se ne tornano in caserma, sicuramente delusi che la loro professionalità sia stata sprecata. Questi uomini e queste donne sono entrati in Polizia per proteggere la legalità e la vita dei cittadini contrastando il crimine. Invece vengono mandati in una vallata ai piedi delle Alpi a fare la guardia a una spianata di ghiaia, in mezzo a campi coltivati e boschi.

Non c’è nulla da proteggere. Forse qualcuno ai vertici dello Stato teme che proditori fuorilegge stiano progettando di rubarsi la ghiaia? Li attanaglia l’idea che qualcuno penetri il perimetro di sicurezza armato di paletta e secchiello e rapini i tesori dello Stato ghermendo i preziosi sassolini? Neppure la Zecca nazionale o i sotterranei dove si costudisce l’oro dello Stato sono protetti da un simile spiegamento di forze.

Non mi sto inventando niente. Questo accade in Val di Susa, a San Didero.

E non voglio qui discutere sulla scelta di realizzare il famoso tunnel sotto le Alpi. Oggi mi astengo dal parlare del tunnel, perché questa follia del parcheggio vuoto blindato dovrebbe suscitare sdegno anche in chi è favorevole al tunnel. Ma allora perché lo stato spende migliaia di euro al giorno per tenere donne e uomini capaci di ben migliori imprese in un avamposto fortificato al confine col Deserto dei Tartari? Tartari che, come racconta Buzzati nel suo magistrale romanzo, forse non arriveranno mai.

L’unico motivo che sono riuscito ad immaginare è la ripicca. Anche se ho difficoltà a immaginare una sequela di Ministri dell’Interno, Generali, Presidenti del Consiglio che decidono di investire decine di milioni di euro in una ripicca. E mi farebbe pena e vergogna dovermi convincere che lo Stato Italiano preferisca investire in una ripicca il denaro che sarebbe così utile a sollevare dalla miseria e dal dolore parecchi italiani.

Ora il tunnel non c’è ancora, non ci sono quindi treni da caricare o scaricare né automezzi pesanti da parcheggiare in attesa. Ma il parcheggio è stato realizzato, abbattendo un bosco, anni fa. I No Tav avevano occupato l’area per protesta, gesto molto simbolico e ovviamente di nessun impatto pratico. Si occupava un simbolo. E il simbolo fu sgomberato nel 2021. Allora i No Tav approntarono alcune baracche al di là della strada statale del Moncenisio, costituendo un eroico presidio di protesta, un luogo di testimonianza pacifica del dissenso. Si ritrovano lì a pranzare tutti assieme, discutono nella baracca centrale, qualcuno si ferma a dormire.

Questo accampamento è stato dato alle fiamme da ignoti un paio di volte, ma l’hanno ricostruito con la perizia ingegneristica di bravi falegnami.

Dall’altra parte della strada lo Stato, preoccupato per questa protesta, ha eretto una recinzione in ferro e cemento alta 3 metri e decorata dal filo spinato modello “doppia ascia”, cioè munito di piccole asce di acciaio affilate. È lo stesso filo spinato che lo stato di Israele usa per tener chiusi i palestinesi nei loro confini. Poi sono state montate telecamere e altri sistemi di vigilanza elettronica. Si mormora che il costo dell’opera abbia superato i 6 milioni di euro. E poi si sono schierati i poliziotti a difesa di questa carissima recinzione. E tutto continuerà così…

Intanto la Francia ha deciso di rinviare di vent’anni la decisione sulla costruzione della sua tratta di accesso. Quindi i treni continueranno a utilizzare le linee esistenti, una volta usciti dal Tunnel – se mai qualcuno lo realizzerà veramente. Ad ora sono state scavate solo gallerie di servizio; del tunnel vero e proprio non è stato posato neppure un metro di ferrovia!

Come disse Nanni Moretti: “Continuiamo così! Facciamoci del male!”.