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In Rai torna il Bagaglino di Pingitore: si chiamerà “Il Bagaglione”

La notizia è stata anticipata dal settimanale "Oggi" che, pur sottolineando l'assenza di data e dettagli, anticipa il nome del nuovo spettacolo

Pier Francesco Pingitore, fondatore del Bagaglino, sta preparando per la Rai una riedizione del suo spettacolo televisivo di successo degli anni Ottanta. La notizia è stata anticipata dal settimanale “Oggi” che, pur sottolineando l’assenza di data e dettagli, anticipa il nome del nuovo spettacolo: “Il Bagaglione“.

L’indiscrezione, che si aggiunge al già ventilato ritorno su Rai1 di “Miss Italia”, è stata confermata al settimanale da Pingitore: “Diciamo che la cosa sta maturando, ma è ancora molto acerba, la proporrò a Viale Mazzini ma chissà se quagliamo”. L’ideatore della storica compagnia e regista amato dal mondo di destra pensa al cast: “Ci sarà bisogno di irrobustire il ceppo originario di sangue nuovo, ma torneranno in servizio anche i veterani. Ci sarà un bello spazio anche per loro”.

Il Bagaglino sembrava aver concluso il suo percorso: “Le ultime stagioni teatrali erano andate bene. A fermarlo è stato prima il Covid e poi la Banca d’Italia, la proprietaria del Salone Margherita, dove ci esibivamo. Hanno chiuso il teatro e comunicato che non lo avrebbero più riaperto. Bisognerebbe battagliare per riportare le sale Liberty del Salone Margherita al pubblico“, spiega Pingitore.

E “Il Bagaglione” è ancora in una fase embrionale: “Devo ancora scegliere il canone da utilizzare: imitazione, monologo, parodia. Il mio problema è che i ribaltoni e le gaffe sono ormai così frequenti che in Italia gli stessi che fanno politica fanno pure la satira“. Lo storico regista commenta l’uscita dalla Rai di Fabio Fazio e Lucia Annunziata ricordando un episodio personale: “Non so se ci saranno dei rimpiazzi altrettanto validi… Rilevo, senza acrimonia, che noi del Bagaglino, nel 1994, all’epoca della Rai dei Professori, fummo vittime dell’unica epurazione della tv di Stato, e avevamo da 10 a 12 milioni di spettatori ogni settimana. Quella volta però, caso strano, gli intellettuali non si strapparono le vesti”.