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Spagna, come sono andate le Comunali e perché sono così importanti. Il trionfo dei Popolari, l’allarme dei socialisti, la crisi di Podemos. E lo “spettro” di Vox cresce

L’espressione più indicata per descrivere il risultato delle elezioni amministrative spagnole l’ha utilizzata il presidente socialista uscente della comunità di Aragón, Javier Lambán, che ha definito l’avanzata dei popolari nei governi locali e regionali come uno “tsunami”. Questa domenica, infatti, la Spagna si è colorata di azzurro, dopo la vittoria dei indiscussa del Pp con più di 7 milioni di voti, contro i 6,3 dei socialisti. Gli spagnoli sono stati chiamati alle urne per scegliere i rappresentanti di 12 comunità autonome e 8.087 comuni, nella prima grande giornata elettorale dopo la pandemia. In molte località il margine di vittoria è stato di poche migliaia di voti e sarà necessario aspettare gli accordi post elettorali. Tuttavia, le tendenze di queste elezioni sono chiare: Ciudadanos sparisce dalla mappa politica e i suoi voti vengono assorbiti, quasi totalmente, dai popolari. Vox migliora in molte località e assume un ruolo chiave per permettere a popolari di governare in diversi municipi e comunità. Il Psoe peggiora le sue aspettative a sei mesi dalle elezioni generali, e Podemos riduce radicalmente la sua rappresentanza in diversi municipi e comunità.

I risultati principali
Il risultato più atteso di queste elezioni era quello della Comunità Valenciana, un bastione socialista che è passato nelle mani del Pp (40 seggi) che avrà però bisogno di Vox per poter governare. Lo stesso è accaduto in Extremadura, dove il Psoe è stato il partito più votato ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta, che invece raggiungono i popolari insieme a Vox (28+5), Aragón (28 seggi del PP e 7 di Vox), Baleari (25 PP, 8 Vox) e Cantabria (15 PP e 4 Vox). Ne La Rioja e nella comunità di Madrid, invece, il Pp ha ottenuto la maggioranza assoluta (con 17 e 71 seggi rispettivamente) e la governatrice riconfermata Isabel Dìaz Ayuso potrà governare in autonomia, così come nel governo municipale della capitale spagnola (con 29 seggi) che ha ribadito il consenso per il sindaco José Luis Martínez-Almeida. Il Psoe ha mantenuto il governo della comunità di Castiglia La Mancha con un solo seggio di differenza (17) rispetto alla somma di Pp e Vox (16).

Tra le città più importanti in cui si è votato, il Pp recupera Siviglia e Valencia, dove però avrà bisogno di Vox. A Barcellona si dovrà aspettare il post elezioni per sapere chi governerà la città. Xavier Trias, candidato di Junts per Catalunya (indipendentisti di centrodestra, 11 seggi), è stato il più votato. Dopo di lui il socialista Jaume Collboni (10 seggi) e Ada Colau (9 seggi). La sindaca uscente, portabandiera di Barcelona en Comù (area Podemos), non potrà ripetere il mandato ma sarà fondamentale per scegliere chi sosterrà tra i due candidati a sindaco.

Verso le elezioni politiche di fine anno
La campagna elettorale per le elezioni di questa domenica è stata atipica. I temi di dibattito su cui i candidati si preparavano a discutere – salute, istruzione, mobilità tra gli altri – sono stati completamente offuscati dalle polemiche sulle liste del partito regionale basco Bildu e da diversi casi di brogli elettorali. La campagna, fin dall’inizio, si è giocata non a livello locale ma nazionale, con il leader popolare Alberto Nuñez Feijóo deciso sul condannare gli accordi tra il governo e la formazione basca e Pedro Sánchez che approfittava degli incontri elettorali per annunciare una raffica di nuove misure sociali (come il cinema a due euro per gli over 65).

Tuttavia i risultati di questa tornata elettorale suggeriscono alcune tendenze con le elezioni generali alle porte. Ai comizi municipali del 2019, in un momento di profonda crisi, il Partito Popolare aveva ottenuto 1,6 milioni di voti in meno rispetto ai socialisti. In quel momento, però, nello spazio politico della destra c’era una terza formazione, Ciudadanos, i cui voti, come previsto, sono stati assorbiti quasi totalmente dai popolari in questa tornata elettorale. Ciudadanos, che era arrivato​​ nel 2019 a essere la terza forza nel Congresso dei Deputati, solo dopo Psoe e Pp, ha decretato questa domenica la sua morte politica, che verrà verosimilmente certificata dalle elezioni generali di fine anno.

L’ultradestra di Vox migliora i suoi risultati e si converte in una forza politica determinante per i popolari per poter governare diversi municipi e comunità autonome. Si consolida nelle istituzioni municipali e regionali e l’interrogativo ora è se questo scenario si possa verificare fra sei mesi alle elezioni politiche, nel caso di una vittoria del Pp senza maggioranza assoluta. Feijóo ha ripetuto in diverse occasioni che non permetterà a Vox di entrare nei governi guidati dal PP ma il partito di estrema destra, con i risultati di questa domenica, alzerà la voce per ottenere rappresentanza istituzionale. Questo scenario ricorda quando Feijóo arrivò a presiedere il partito dopo la defenestrazione del precedente leader, Pablo Casado. Si erano appena celebrate le elezioni anticipate in Castilla e Leon, dove Vox è entrato nel governo regionale guidato dai popolari. In quel momento il leader gallego prese le distanze da questa scelta, scaricando la responsabilità politica dell’accordo sul presidente regionale, Alfonso Fernández Mañueco. Ora però i territori in gioco sono molti e lo scenario più probabile è che il centrodestra a guida “moderata” dovrà cedere alle richieste di Vox per poter governare.

Oltre a Ciudadanos, anche Podemos ha subito una forte debacle e ha perso rappresentazione in diversi governi municipali e regionali: a Madrid, per esempio, non ha superato la soglia di sbarramento né nel municipio, né nella comunità. I pessimi risultati di Unidas Podemos si spiegano in parte anche per la frammentazione dello spazio politico a sinistra del Psoe. Il lancio della formazione della vicepresidente del governo e ministra del Lavoro, Yolanda Diaz, ha provocato una certa tensione tra le formazioni che non hanno ancora deciso se si presenteranno insieme alle elezioni generali (Diaz non si è candidata alle regionali). Un problema che gli analisti avvertono da tempo e che si riflette nei sondaggi. L’ultimo di 40dB, pubblicato a inizio maggio e realizzato per El Paìs e la Cadena SER, include anche Sumar, la nuova formazione lanciata da Yolanda Diaz. Quest’ultima non ha partecipato a queste elezioni ma si candiderà alle Politiche. Secondo le stime, potrebbe arrivare a essere la quarta forza politica. Tuttavia, la divisione tra Podemos e Sumar – anche per i meccanismi della legge elettorale che premia i partiti più grandi – provocherebbe una perdita importante di seggi per la sinistra.

Inizia una nuova campagna elettorale, tra delusione ed euforia
Le reazioni ai risultati di queste elezioni riflettono la situazione della politica spagnola attuale. Da un lato il Psoe ha riconosciuto la sconfitta, affermando che da domani “si metteranno al lavoro da subito” per analizzare cosa è andato storto e cambiare strategia. Nella sede di Ciudadanos non hanno potuto far altro che constatare la quasi estinzione del partito che sicuramente non sopravviverà alle generali, e in Unidas Podemos hanno riconosciuto il fallimento di queste elezioni, andate forse peggio di come credevano, in cui hanno perso parte della loro rappresentanza.

Nella sede di Vox invece regnava la soddisfazione, coscienti di essere diventati decisivi per il Pp. La festa più grande, però, l’hanno vissuta i popolari davanti alla loro sede con centinaia di elettori che hanno atteso l’uscita del sindaco di Madrid, José Luis Martinez Almeida, della presidenta della comunità, Isabel Diaz Ayuso, e del leader del partito Feijóo. In un clima di euforia, in cui tutti gridavano all’unisono “presidente, presidente”, il leader gallego ha affermato che questa giornata segna “l’inizio di un nuovo ciclo” che terminerà con le elezioni di fine anno. In queste settimane si conosceranno gli accordi politici che governeranno comuni e regioni. Quel che è certo, però, è che nei prossimi sei mesi il Paese vivrà in un costante clima elettorale. Da oggi, infatti, inizia la campagna per le elezioni generali di fine anno, durante la quale tutti gli occhi saranno puntati sulla Spagna, che dovrà anche presiedere il semestre europeo.