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Madonna di Trevignano, Cecchi Paone: “Ecco come fanno le statue di Gisella Cardia a lacrimare. Un trucco da prestigiatore”

Ospite della trasmissione di Canale 5, il giornalista ha spiegato come sia possibile, grazie all’aiuto della chimica, far lacrimare queste statuette

Dubbi, interrogativi, ma anche critiche. La storia della Madonna di Trevignano Romano, piccolo comune vicino al lago di Bracciano conosciuto dai più per le lacrimazioni di alcune statuette della Madonna e delle apparizioni della stessa alla presunta veggente Gisella Cardia, non finisce di essere al centro delle polemiche. Dopo la diffusione, nel corso del programma Pomeriggio 5, di un nuovo video sulla presunta lacrimazione della statua della Madonna, documentata dalle stesse telecamere del programma di Canale 5, ora è Alessandro Cecchi Paone ad intervenire nel programma condotto da Barbara D’Urso per dare una spiegazione.

Ospite della trasmissione di Canale 5 ha spiegato come sia possibile, grazie all’aiuto della chimica, far lacrimare queste statuette: “Siamo di fronte a dei truffatori e prestigiatori. Se ci fosse stata una commissione di fisici o di chimici avrebbe mostrato che si tratta di un trucco”. Lo stesso Cecchi Paone ha anche spiegato che esistono in commercio alcune sostanze che hanno la capacità di liberare del liquido simile a delle lacrime una volta applicate sulle superfici, in questo caso su una statuina in ceramica come quella della presunta veggente. “Ci sono delle vescicole minuscole – continua l’ospite – si chiamano nanovescicole, che possono essere programmate chimicamente anche senza radio, fili o antenne di sorta. Queste sono in grado di liberare questi liquidi profumati nel momento previsto. Sono meccanismi noti a tutti, la nanovescicola potrebbe essere applicata dove si vuole un’ora, una settimana o addirittura un mese prima dell’evento. La nanometria indica delle dimensioni che sono incommensurabili per l’occhio umano e quindi non possono essere viste, ma anche un semplice prestigiatore potrebbe svelare questi trucchi”, conclude Alessandro Cecchi Paone.