Cronaca

Alluvione Emilia-Romagna, la Regione: “I danni ammonteranno a oltre 7 miliardi”. L’alert per le acque contaminate dai reflui della fogna

Le acque alluvionali possono essere contaminate da reflui provenienti da sistemi fognari o da sostanze chimiche e da rifiuti agricoli o industriali con possibili impatti sulla salute. Lo segnala il Comune di Ravenna, citando un documento dell’Ausl Romagna, sui pericoli potenziali e sulle norme di comportamento che anche i volontari impegnati da più parti in questi giorni nella pulizia dei luoghi allagati devono tenere, oltre ai consigli per la pulizia e la disinfezione. Tra le indicazioni, “indossare sempre stivali o calzatura robusta per proteggervi. Evitare ciabatte e infradito”, “evitare che i bambini giochino col fango e con l’acqua, indossare i guanti quando si prevede il contatto e aver cura di lavare bene le mani con sapone e acqua corrente, al termine”, “i vestiti contaminati da fango e liquami devono essere lavati in acqua calda”. I vigili del fuco hanno fatto sapere che sinora gli interventi eseguite nelle zone alluvionate sono stati 6.766. Di questi 2.920 sono stati compiuti a Ravenna, 2.114 a Forlì Cesena, 1.352 a Bologna, 380 a Rimini. In tutto sono 959 i vigili del fuoco al lavoro, 438 in provincia di Ravenna e 221 in quella di Forlì Cesena, 48 di loro sono volontari. I mezzi all’opera sono 286 , tra cui 45 piccoli natanti, 3 anfibi, 23 mezzi di pompaggio, 13 tra escavatori e ruspe, 3 elicotteri e 13 droni.

Da tutto il paese e non solo stanno arrivando nelle zone sommerse pompe idrovore. Sinora sono giunti oltre un centinaio di macchinari, fa sapere l’Anbi spiegando che le nuove pompe si integrano con le stazioni idrovore già esistenti, “riuscendo così a smaltire una quantità di risorsa idrica maggiore. Nei giorni scorsi, caratterizzati dalla straordinaria manovra idraulica di inversione del flusso del canale Cer, i Consorzi hanno potuto contare anche su impianti idrovori mobili, arrivati in Romagna dalla Slovenia e dalla Slovacchia“, spiega l’associazione.

Al momento, secondo le stime della Regione Emilia Romagna, i danni ammontano a “oltre 7 miliardi”, ha detto Irene Priolo, vicepresidente della Regione. “I due miliardi messi a disposizione dal governo – ha detto – sono importanti e sono stati messi sulle imprese. Ma il conto complessivo sarà molto più alto, anche perché abbiamo molte infrastrutture danneggiate e un fronte mai visto di frane”. La misura principale del decreto è lo stop al versamento dei tributi fino al prossimo 31 agosto. Tra le misure del testo c’è uno stanziamento di 20 milioni per la continuità didattica, cassa integrazione in deroga fino a 90 giorni, coperta con 580 milioni. Una tantum fino a tremila euro per gli autonomi costretti a interrompere l’attività per un valore complessivo di 300 milioni.

Mercoledì il ministro dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha allontanato l’ipotesi di un utilizzo dei fondi del Pnrr. “Come ha detto già il ministro Fitto è difficile spostare i soldi del Pnrr. Io credo che si possano invece recuperare le risorse per l’idrogeologico, il Pnrr viaggia su un altro binario, meglio non confondere le cose”, ha affermato il ministro. Resta aperta la questione di chi dovrà essere il commissario per gestire l’emergenza, con il presidente della Regione Stefano Bonaccini osteggiato dalla Lega, anche se il Carroccio smentisce pubblicamente questa posizione. “Non è il momento di fare polemiche. C’è una piena collaborazione istituzionale, la presidente Meloni è rientrata prima dal G7 e con il presidente dell’Emilia Romagna c’è un rapporto correttissimo. Non vorrei che la vicenda diventasse un toto Bonaccini, Bonaccini sì o no. Se il commissario lo farà Bonaccini o un altro lo decideremo a breve, io credo che nemmeno il presidente della Regione vuole che la discussione ruoti intorno alla sua persona”, ha affermato Ciriani.

“Bonaccini commissario in Romagna? Servirebbe subito, se regione fosse amministrata dal centrodestra il governo non avrebbe avuto dubbi, abbiamo bisogno di persone che conoscano il territorio e abbiano una conoscenza diretta, decida il governo ma è una questione di filiera istituzionale, fino a oggi presidente di regione e il presidente del consiglio dei ministri hanno lavorato bene insieme”, ha detto il sindaco di Pesaro del Partito Democratico Matteo Ricci ad Agorà su Rai 3. “Non c’è nessuno da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega che ha detto no a Bonaccini per una ragione politica, immagino che in questo momento nel governo ci sia una discussione di opportunità. A breve verrà fuori il nome, da parte della Lega non ci sono veti personali o politici, troveranno la persona più opportuna basta che si faccia in fretta e che sia qualcuno che conosce bene il territorio“, dice il presidente dei deputati della Lega Riccardo Molinari. Il commissario alla ricostruzione dopo l’alluvione in Emilia-Romagna “deve conoscere bene il territorio”, conferma lo stesso presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ospite di Sky Tg24. Bonaccini non ha voluto rispondere alle polemiche, nate da alcuni esponenti della Lega come il deputato Jacopo Morrone, sull’opportunità di una sua nomina a commissario. “Lascio Jacopo Morrone alle polemiche e alla speculazione politica”, ha detto.