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Cosa sappiamo della situazione a Bakhmut, la città in macerie contesa da 7 mesi

Ci sono importanti collegamenti stradali con altre parti della regione di Donetsk: a est fino al confine con Luhansk, a nord-ovest con Sloviansk e a sud-ovest con Kostiantynivka. Per questo Bakhmut, che aveva circa 70mila abitanti e un’area di poco più di 40 chilometri quadrati, è contesa da oltre sette mesi dagli ucraini e dai mercenari della Wagner. Una battaglia che prosegue tra le macerie perché è questo quello che si vede nelle immagini e che hanno fatti dire oggi al presidente ucraino Zelensky: “È solo nei nostri cuori”, ma che ha sembra avere un altissimo valore simbolico per i russi. Tanto lo steso presidente russo Vladimir Putin ha parlato per congratularsi con le squadre d’assalto del gruppo di mercenari Wagner per la “liberazione di Artyomovsk“. Ma se Kiev ribadisce che la città non è sotto il controllo dei russi, l’esercito non esclude che le truppe possano ritirarsi da Bakhmut. Il portavoce del gruppo orientale delle forze armate ucraine Serhiy Cherevaty dice: “Il ritiro dalla città o la sua difesa sarà deciso solo tenendo conto dell’opportunità e preservando le nostre forze e mezzi. Sono possibili varie opzioni, ma questo dipende solo dalla valutazione del comando, che per più di un anno di guerra ha dimostrato di prendere sempre le decisioni giuste, quindi consentirà di infliggere ancora più danni al nemico”.

La situazione, al netto dell’impossibilità di verificare sul campo, dovrebbe essere questa: i russi concentrati nel centro e gli ucraini che avrebbero “semi circondato” la città. Una situazione di stallo, mentre al G7 di discute anche dell’utilizzo degli F16 che ormai con certezza verranno forniti all’Ucraina. Era stato il capo dei Wagner, Yevgeny Prigozhin, a sorprendere tutti annunciando che i suoi mercenari hanno preso “il pieno controllo” della città. Un annuncio arrivato dopo giorni di recriminazioni e minacce contro Mosca e i ministri da parte del numero uno dei mercenari che però aveva annunciato che “entro il 25 maggio creeremo le necessarie linee di difesa e la consegneremo ai militari” dell’esercito russo, ha aggiunto, con il suono dell’artiglieria a far da sfondo alle sue dichiarazioni. La città è teatro della battaglia più lunga e sanguinosa dell’invasione. Si ritiene che sia Mosca sia Kiev abbiano subito ingenti perdite per tenere la città. Come ammesso dallo stesso Prigozhin: “Abbiamo combattuto non solo l’esercito ucraino qui, abbiamo combattuto la burocrazia russa”, ha affermato, sostenendo che le perdite dei suoi mercenari sono state “cinque volte superiori” a causa delle scelte della Difesa russa, incolpando il ministro Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore Valery Gerasimov per aver trasformato l’offensiva nel “loro divertimento”. “Un giorno nella storia pagheranno per le loro azioni”.

Ma una sua conquista avrebbe più che altro un alto valore simbolico: se confermata, sarebbe infatti una vittoria per la Russia digiuna da tempo di un risultato tangibile sul campo. E di certo non sarebbe di buon auspicio in vista del lancio della tanto attesa controffensiva di Kiev. Secondo l’Istituto per lo studio della guerra (Isw) nel suo rapporto quotidiano sull’andamento del conflitto, come riporta Ukrainska Pravada l’annuncio della cattura di Bakhmut da parte della Russia non ha alcun significato strategico, poiché non permetterà alle forze esauste di Mosca di creare una testa di ponte per ulteriori operazioni offensive. Il centro studi statunitense ritiene inoltre che la dichiarazione del fondatore del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, sulla partenza dei suoi mercenari dalla città contesa potrebbe essere un tentativo di fuorviare le truppe ucraine. “La vittoria di Prygozhin sui restanti distretti di Bakhmut è puramente simbolica, anche se fosse vera – scrive il think tank -. Gli ultimi isolati di Bakhmut orientale, che, secondo Prigozhin sono stati catturati dalle forze del gruppo Wagner, non sono importanti né dal punto di vista tattico né operativo. La loro cattura non fornisce alle forze russe un territorio operativamente significativo per continuare le operazioni offensive o alcuna posizione particolarmente forte da cui difendersi da possibili contrattacchi ucraini”. Gli esperti del centro studi sottolineano poi che i continui contrattacchi ucraini a nord, ovest e sud-ovest di Bakhmut complicheranno qualsiasi ulteriore avanzata delle truppe russe oltre la città nel breve termine.