Cronaca

Giovani che spalano il fango a Cesena e la speranza a Faenza: “Noi romagnoli ripartiremo”

Persone a nuoto nel fango che cercano di mettere in salvo i vicini di casa, i bambini. Giovani che scendono in strada per spalare. Macchine sommerse, allevatori che implorano di salvare il loro bestiame allo stremo, con le stalle invase dall’acqua. Ma anche neonati e cittadini tratti in salvo mentre l’acqua continuava inesorabilmente a salire. Sono tante le storie che arrivano dai paesi e dalle città alluvionate in Emilia-Romagna, che sta facendo fronte a un disastro ambientale di proporzioni inedite. Ponti divelti e decine di fiumi esondati, mentre i soccorsi proseguono senza sosta e in difficoltà. Ecco alcune testimonianze.

Giovani spalano in strada – A Cesena, con un passaparola via chat, diversi giovani e residenti sono scesi in strada per spalare e aiutare, inforcando inforcato pale, bacinelle e galosce per combattere la battaglia contro il fango che ha chiuso le strade, travolto panchine e cassonetti, risucchiando le macchine. A darsi da fare soprattutto i giovani, muniti di badili, che si sono organizzati sulle chat e tra gruppi di amici per spalare il fango. Tra i gruppi Telegram utilizzati vi è ‘Sos Cesena’, già impiegato prima dell’attuale emergenza per piccole necessità di ogni tipo. Nelle ultime ore si è trasformata nella chat di richieste di aiuto per lavori post-emergenziali, come lo sgombero di cantine e vani allagati dal materiale inzuppato d’acqua. C’è chi avvisa di anziani con elettrodomestici da buttare, chi si offre per portare cibo, secchi per portare via l’acqua, coperte. E così già da ieri 17 maggio si sono visti per le strade della città frotte di residenti, molti giovanissimi, provenienti anche da altri comuni della Romagna, con stivali e badili.

Faenza, ieri una delle realtà più colpite dall’inondazione del Lamone, si è risvegliata nel fango. Sotto un cielo grigio, con la speranza che almeno oggi non cada una goccia. Si va in bici per le strade, tante due ruote che si muovono lentamente, con attaccate buste e borsoni, scarponi sporchi e pantaloni arrotolati. Il confine tra fango e acqua è sottile e via Lapi è ancora un fiume.

“Noi romagnoli ripartiremo” – “Una cosa imprevedibile. Una cosa che mai ci saremmo aspettati. Con i miei soci gestisco una azienda di materiali edili, ha tenuto bene per tanti anni, tra alluvioni e il resto. Ma l’acqua stavolta ha superato tutto, in piazza ci sono due metri d’acqua”, racconta Daniele Ronchi, titolare dell’azienda ‘Rossi abitare’. Una canna in mano, “mi serve per non cadere nelle buche che ormai non si vedono più”, dice ancora: “È tutto distrutto, ma pian piano noi romagnoli ripartiremo con la forza che abbiamo”.

“La lotta contro il tempo” – “Stamattina ha smesso di piovere, ma l’acqua era arrivata fino all’incrocio (via ex tiro a segno è una strada a senso unico in salita, ndr) – racconta un uomo all’Adnkronos – È una lotta contro il tempo, sappiamo che dobbiamo far presto e guadagnare punti contro una nuova ondata di temporali. Chi può aiuta chi si è ritrovato la melma in casa e non ha braccia a sufficienza per spalare”. Forza, tenacia e perfino qualche sorriso tra quanti dalle prime ore di oggi tentano di liberare le proprie abitazioni: “Per scalare il fango sono caduta direttamente dentro una buca” scherza una ragazza. “È una roba da film” dice tra sé un uomo in un attimo, solo un attimo, concesso allo sconforto.