Cronaca Nera

La confessione di Taulant Malaj sulla strage di Torremaggiore: “Loro scappavano, io le inseguivo”. Il giudice: “Omicidi brutali”

Taulant Malaj voleva “chiaramente” uccidere sua moglie e sua figlia. Ha continuato a colpirle con un coltello a serramanico, in “parti vitali” del corpo, anche mentre tentavano di fuggire. L’uomo ha agito con modalità “brutali” per “affermare il proprio ruolo all’interno della famiglia”, mostrando “un’assoluta insensibilità verso la vita umana”. E non lo ha fatto desistere “neppure la presenza del figlio di appena cinque anni che assisteva inerme alla violenza perpetrata ai danni della madre e della sorella”. Il contesto in cui la notte tra sabato e domenica scorsi, nella palazzina in via Togliatti a Torremaggiore, nel Foggiano, il 45enne panettiere albanese ha agito, viene descritto nell’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Foggia ha convalidato il suo fermo disponendone la custodia cautelare in carcere.

Malaj ha confessato di avere ucciso il suo vicino di casa, il barista 51enne Massimo De Santis, che riteneva fosse da tempo l’amante di sua moglie, e di avere ammazzato la figlia, la 16enne Jessica intervenuta per difendere sua madre, la 39enne Tefta, contro la quale Malaj si era scagliato mentre la donna era a letto. Quella notte Malaj riteneva di averla sorpresa a chattare con De Santis e per questo era uscito dall’appartamento a cercarlo. In quel momento, al suo stesso piano, ha ricostruito Malaj, si è aperto l’ascensore in cui c’era il barista. A quel punto hanno litigato e il 45enne ha preso un coltello e lo ha ucciso sulle scale con 23 fendenti. Poi ha tentato la mattanza della sua stessa famiglia.

“Il quadro indiziario” a carico dl 45enne, spiega il gip nell’ordinanza, “si è consolidato con la visione dei filmati” delle telecamere installate in casa di Malaj, “che hanno ripreso quasi integralmente le scene in cui l’uomo colpiva ripetutamente con chiara volontà omicida sia la moglie sia la figlia”. Quanto “all’omicidio della giovane Jessica, che con coraggio ha cercato in tutti i modi e fino alla fine di difendere la madre dalla brutale aggressione del padre”, si evince “che i colpi sono stati inferti anche nei suoi confronti volontariamente, non solo quando interveniva in un primo momento nella camera da letto, ma anche quando l’aggressione continuava nel salone”. Circostanza, questa, riferita dallo stesso Taulant: “Dal letto – ha confessato – loro due sono scappate in cucina dove ho continuato a colpirle”.

Malaj ha spiegato che nel momento dell’aggressione alla moglie in camera da letto “è entrata Jessica” che “voleva proteggere la mamma, allora io ho colpito anche lei e l’ho uccisa. Manco mi ero reso conto che fosse lei. Jessica purtroppo si è trovata nel momento sbagliato”. Non è chiaro quali fossero le intenzioni dell’uomo nei confronti dell’altro figlio di 5 anni. Agli inquirenti ha detto di averlo preso in braccio dopo essersi reso conto di quello che aveva fatto. Nel video registrato col suo cellulare subito dopo il duplice omicidio, però, Malaj riprende il corpo di De Santis e quello della figlia. E poi, mentre la moglie in ginocchio e ferita gli domanda “cosa hai fatto?”, lui chiede: “Dov’è il figlio? Guarda, le ho accoltellate e le accoltellerò ancora”.

Poi, con le mani insanguinate, va da suo fratello e sua cognata che abitano a pochi minuti di distanza, dice loro di avere ammazzato tre persone e gli chiede di andare a prendere il bambino perché è terrorizzato. A portare via il piccolo dall’abitazione, poco dopo l’arrivo dei soccorsi, sarà infatti la cognata di Taulant a cui Tefta dice, con un filo di voce, “porta giù il bambino”. Ora la 39enne, a quattro giorni di distanza dalle coltellate ricevute al torace e all’addome, sta meglio: “La paziente – evidenziano dal policlinico di Foggia – si presenta in buone condizioni generali, non ci sono segni di complicanze postoperatorie e ha ripreso l’alimentazione”.