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Migranti e lavoro, fuoco incrociato sul governo Meloni da Francia e Spagna. E la premier e Tajani rispondono

Da una parte lo scontro (riaperto) con la Francia, dall’altra le tensioni con la Spagna. Il governo italiano finisce di nuovo al centro di accuse e critiche dei paesi Ue vicini. Solo la settimana scorsa la crisi è scoppiata tra Roma e Parigi, quando il ministro Gérald Darmanin ha attaccato l’esecutivo Meloni sulla gestione dei migranti, facendo precipitare i rapporti diplomatici. Oggi, nonostante i mezzi passi indietro, lo ha ribadito il capo del partito di Emmanuel Macron in un articolo di Le Figaro, dove la premier viene associata a Marine Le Pen. “Evidentemente c’è qualche problema di tenuta del consenso che bisogna affrontare, ma è un problema interno. Non mi ci voglio infilare, capisco le difficoltà”, ha replicato la presidente del Consiglio cercando di minimizzare. Mentre il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini è subito partito in difesa: “Toni inaccettabili e offensivi”, ha scritto su Twitter. “La Francia non può dare lezioni a nessuno. Portino rispetto al governo italiano”. Intanto, si è aperto anche il fronte spagnolo. La vicepremier Yolanda Diaz ha infatti dichiarato che il governo Meloni fa riforme “contro i lavoratori”. Un giudizio “inaccettabile” per il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani.

Lo scontro con la Francia – A riaprire le tensioni con Macron e Parigi, è stato un articolo di Le Figaro dal titolo: “Nonostante le loro differenze, Meloni agitata come uno spauracchio anti-Le Pen dal governo”. Nel pezzo infatti, vengono citate alcune dichiarazioni del capo del partito di Macron ed eurodeputato Stéphane Séjourné che ritorna sulla gestione dei migranti da parte dell’esecutivo italiano. “L’estrema destra francese prende per modello l’estrema destra italiana. Si deve denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza. Meloni fa tanta demagogia sull’immigrazione clandestina: la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace“, ha detto. Le Figaro sintetizza l’obiettivo delle parole del ministro Darmanin con “attaccare Giorgia Meloni per mettere in difficoltà Marine Le Pen”: “A rischio di irritare un vicino della Francia, il campo di Macron si serve della dirigente nazionalista dell’Italia come di un nuovo spauracchio anti Rassemblement National (Rn). Utile, a un anno dalle elezioni europee del 2024, in vista delle quali gli alleati del capo dello Stato immaginano di rilanciare il duello fra un ‘blocco di centro’ e un ‘blocco nazionalista’”.

Le Figaro dedica due pagine al tema dell’afflusso dei migranti alla frontiera Italia-Francia e alla strategia francese di protezione dei confini. “Sullo sfondo di una crisi diplomatica fra i due Paesi – scrive il quotidiano – sono arrivati dei rinforzi a Mentone per far fronte a un afflusso di clandestini sempre più forte”. Ricordando che “42.000 migranti sono arrivati in Italia dall’inizio dell’anno, contro 11.000 nello stesso periodo dell’anno scorso”, Le Figaro scrive che “questo afflusso record è fonte di forti tensioni tra la Francia e l’Italia. Esse sono sfociate la settimana scorsa in una crisi diplomatica, quando Gérald Darmanin ha detto a Rmc che la prima ministra italiana, Giorgia Meloni, è ‘incapace di risolvere i problemi migratorì”.

Nel reportage da Mentone, Le Figaro descrive il dispositivo francese per frenare l’afflusso di migranti in Francia: “Una dozzina di camionette delle forze mobili sono allineate davanti al posto di frontiera, prova che i rinforzi promessi dal governo sono arrivati”. Si tratta di “due compagnie di celerini e due squadroni di gendarmeria”, per un dispositivo di “400 uomini, contando i riservisti e i militari della forza Sentinelle, che si danno il cambio giorno e notte alla frontiera per impedire l’ingresso in Francia di stranieri in situazione irregolare”. “Dal 1 gennaio – scrive il quotidiano – secondo un bilancio stilato il 4 maggio dalla prefettura delle Alpi Marittime, 9.737 stranieri in situazione irregolare sono stati oggetto di una procedura di ‘non ammissionè. Questo significa che sono stati consegnati direttamente alle autorità italiane dopo essere stati fermati. E’ un terzo in più rispetto all’anno scorso nello stesso periodo. Altri 2.870 stranieri sono stati fermati nel resto del dipartimento, al di fuori della zona frontaliera. E’ il 70% in più rispetto allo stesso periodo del 2022 e la prova evidente che il dispositivo, nonostante tutti i mezzi dispiegati, resta permeabile”.

Le tensioni con la Spagna – Contro il governo Meloni si è espressa anche la vicepremier spagnola Diaz, nonché ministra del Lavoro. Che ha accusato la presidente del Consiglio di portare avanti riforme “contro i lavoratori”, sostenendo che il partito di estrema destra spagnolo Vox si ispira ad esse. Meloni “ha emanato il primo maggio un decreto contro i lavoratori” e per il “ritorno dei contratti spazzatura”, ha dichiarato Diaz rispondendo a una domanda in Parlamento di un deputato di Vox. Su questa dichiarazione si è espresso lo stesso ministro degli Esteri Tajani: “Spiace che la vicepremier spagnola interferisca nella vita politica italiana dando giudizi inaccettabili sulle scelte del governo.Le difficoltà elettorali del suo partito non giustificano offese ad un partner e alleato europeo. Non è questo il modo di collaborare”.