Cronaca

Così 45 anni fa le Brigate rosse fecero ritrovare il cadavere di Aldo Moro in via Caetani

“Adempiamo alle ultime volontà del presidente comunicando alla famiglia dove potrà trovare il corpo dell’onorevole Aldo Moro” si concludeva così la telefonata fatta dal brigatista Valerio Morucci a casa del professor Francesco Tritto, assistente di Moro, alle 12.13 del 9 maggio del 1978. Dopo un sequestro durato 55 giorni, il cadavere del presidente democristiano Aldo Moro viene ritrovato nel portabagagli di una Renault rossa che le Brigate Rosse hanno parcheggiato in via Caetani, a metà strada tra le sedi della Dc e del Pci. Si conclude così la più tragica vicenda della Prima Repubblica, iniziata il 16 marzo con il rapimento del politico democristiano e la strage di via Mario Fani. Poco dopo l’auto veniva circondata da decine di persone sconvolte e incredule: forze dell’ordine esponenti politici, giornalisti e una folla di curiosi.

Le immagini della R4 col bagagliaio aperto fecero il giro del mondo e aprirono le edizioni straordinarie dei telegiornali. Dopo 55 giorni di prigionia iniziati con l’eccidio di via Fani il 16 marzo, quando un commando delle Brigate Rosse rapì l’allora presidente Dc e uccise i cinque uomini della sua scorta, Mario Moretti e gli altri terroristi decisero che era venuto il momento di eseguire la condanna che il loro processo aveva avuto come esito. Inutili gli appelli al dialogo, inascoltate le preghiere della famiglia dello statista, del Papa, di Moro stesso. Nessuna risposta alle lettere scritte dalla prigione di via Montalcini in cui implorava i suoi compagni di partito di avviare una trattativa per liberarlo.

Alle 10 in via Caetani a Roma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella deporrà di una corona di fiori sotto la lapide che ricorda il luogo del ritrovamento del corpo. Alle 11,30 anche una delegazione del Partito Democratico renderà omaggio. La delegazione sarà composta dalla segretaria Elly Schlein e dai presidenti dei gruppi di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia. A 45 anni dall’uccisione dello statista si celebra il Giorno in memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi. La ricorrenza, istituita da una legge del 2007, unisce al ricordo di chi ha subito eventi drammatici, la vicinanza delle istituzioni e dei cittadini alle famiglie. La ricorrenza fu celebrata per la prima volta a trent’anni da quel terribile evento ed è diventato momento di riflessione e memoria per tutte le stragi e uccisioni che insanguinarono l’Italia dal 1969, anno della strage di piazza Fontana, agli anni ’80. Milano ricorderà le vittime degli attentati con alcune iniziative dedicate a ciò che accadde, alle persone che furono coinvolte, alla difesa della verità e alla rivendicazione di giustizia portate avanti strenuamente dai comitati e dalle associazioni dei familiari.