Politica

Diga di Genova, posata la prima pietra dell’opera più costosa del Pnrr. La cerimonia (senza domande) tra le proteste e i dubbi dei tecnici

Questa mattina è stata simbolicamente posata “la prima pietra” (una gettata di ghiaia) della nuova Diga di Genova, l’opera marittima definita la “più importante d’Italia e più profonda d’Europa”, il cui avvio lavori era previsto nel gennaio 2022. Presenti il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini (contestato al suo arrivo da un gruppo di precari del porto), diversi deputati e le autorità locali.

Si festeggia come se l’evento di oggi avesse effetti concreti, sebbene sia solo un ‘campo di prova’, in quanto non è ancora stata definita la reale area di cantiere e non sono terminate le analisi geotecniche del fondale, mentre la valutazione di impatto ambientale e l’approvazione dell’intero progetto da parte del Ministero dell’Ambiente sono attese per metà giugno.

Un’opera che arriverà a costare 1,3 miliardi di euro, secondo le stime del presidente dell’autorità portuale di Genova Paolo Emilio Signorini. Inizialmente si era parlato di una spesa di 950 milioni, l’ex direttore tecnico del progetto Piero Silva stima tra i 2 e i 2,5 miliardi. Di questi fondi 500 milioni saranno coperti dal fondo complementare al Pnrr, i restanti ancora in buona parte da intercettare.

Eppure, quello che preoccupa gli addetti ai lavori (anche se il clima di festa odierno rende impossibile ragionare ad alta voce delle criticità progettuali) sono le osservazioni che arrivano da Piero Silva, esperto internazionale di pianificazione portuale che era stato chiamato dal Rina per la realizzazione dell’opera. Lo scorso anno, Silva si è dimesso rinunciando al rinnovo di una consulenza da 340 mila euro perché, ha denunciato in una dettagliata lettera aperta, “la diga costerà molto più del previsto potrebbe collassare a causa delle difficoltà di consolidamento del fondale e non regge ad alcuna analisi costi-benefici”.

Di tutt’altro avviso il sindaco Marco Bucci e l’amministratore delegato di WeBuild Pietro Salini, capofila della costruzione della diga: “Noi andiamo avanti, siamo sicuri di riuscire a fare quello che per alcuni sembra impossibile ma siamo sicuri si possa fare”.

Così si annuncia l’avvio dei lavori con un simbolico pulsante premuto assieme dal ministro delle Infrastrutture, costruttori e amministratori locali (con l’entusiasmo che arriva quasi alla commozione dell’ex ministra Paola De Micheli, in prima fila vicino a Edoardo Rixi). Unica voce fuori dal coro, in un evento riservato a un pubblico selezionato, che non ha previsto punti stampa né prima né dopo, il consigliere regionale di opposizione Ferruccio Sansa, che durante il discorso di Salvini ha srotolato uno striscione con scritto: “Firma Salvini, guadagna Salini, pagano i cittadini (3 miliardi)”. Tempo quattro secondi e le forze dell’ordine l’hanno accompagnato all’uscita.