Politica

Schlein: “Abbassare le tasse a tutti vuol dire farlo per i ricchi. Interventi sulle rendite finanziarie? Serve una redistribuzione”

Il decreto sul lavoro “è una provocazione insopportabile. Ruba il futuro alle prossime generazioni ed è una sentenza di condanna alla precarietà“. Elly Schlein, intervistata da la Stampa, attacca il governo Meloni e il provvedimento che ha avuto il via libera definitivo del Consiglio dei ministri. “Con questo decreto i lavoratori saranno più ricattabili”. La segretaria dem, che oggi ha partecipato al corteo a Portella della Ginestra in Sicilia, ha accusato l’esecutivo di favorire solo i più ricchi: “I lavoratori non vanno messi gli uni contro gli altri, è la cosa che la destra sa fare meglio. Mentre non fa nulla sulle rendite finanziarie e immobiliari, che sono tassate meno di chi lavora o fa impresa”. E, alla domanda se intende appoggiare la proposta del segretario Cisl Sbarra su nuove tasse per le rendite finanziarie, ha detto: “Serve una redistribuzione perché se pensiamo a quando è nata l’Irpef c’erano 32 scaglioni. Si sono ridotti a 4, il sistema si è già appiattito abbastanza, ma ogni appiattimento lo pagano sempre le fasce più povere e le classi medie. L’idea di abbassare le tasse a tutti nasconde la volontà di abbassarle ai ricchi facendo mancare le risorse e i servizi ai poveri”.

Nel merito del decreto Lavoro, Schlein ha aggiunto che “estendere i voucher e liberalizzare i contratti a termine, è l’esatto contrario di ciò che serve”. Quello che serve, secondo la segretaria del Pd è altro: “Limite ai contratti a termine, legge sulla rappresentanza, salario minimo, poi abolizione degli stage gratuiti”, sono le sue ricette per dire “basta al lavoro povero e al lavoro precario”. “In Spagna”, è l’esempio citato da Schlein, “hanno limitato i contratti a termine con un patto tra imprese e sindacati, la direzione è questa”. Sul contrasto alla povertà, la segretaria del Pd sostiene che “il governo Meloni ha come priorità fare uno spezzatino del reddito di cittadinanza per piantare bandierine ideologiche negli occhi delle fasce più fragili”. “La destra – aggiunge – pensa a contrastare i poveri, non la povertà”. E contro la denatalità, “se pensano che bastino gli incentivi fiscali, non hanno capito nulla”, ha aggiunto Schlein, che indica i “contratti che durano uno o due mesi” come il vero problema di chi non fa figli. Infine, a proposito delle relazioni con il Movimento 5 stelle, sempre a la Stampa ha detto che sente il bisogno “di provare a unire le forze nelle nostre differenze sui terreni di battaglia comune”, come “il contrasto al progetto Calderoli di autonomia differenziata“.

Schlein, per celebrare il primo maggio, ha partecipato al corteo partito dalla Casa del Popolo, di via Giorgio Kastriota a Piana degli Albanesi, e che si è concluso a Portella della Ginestra. Si ricordava così il 76° anniversario della strage compiuta dalla banda guidata da Salvatore Giuliano che costò la vita ad undici persone riunite per la festa dei lavoratori. Il titolo dell’iniziativa di quest’anno è: “La conoscenza coltiva la memoria e i diritti”. Un modo per richiamare l’attenzione ai problemi del mondo del lavoro. In prima linea Mario Ridulfo, segretario provinciale della Cgil e Francesco Sinopoli, segretario nazionale della Flc. A sfilare anche Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli torturati e fucilati dai fascisti nel 1943 nel poligono di Reggio Emilia. Sfilano anche i giornalisti. Era presente Vittorio Di Trapani presidente della Federazione nazionale della stampa, insieme alle segreterie regionale e palermitana dell’Associazione siciliana della stampa.